Ha ancora senso oggi parlare di femminismo? Se pensiamo a questo fenomeno nella storia, ha avuto un innegabile peso. Pur essendo un movimento eterogeneo e complesso, dal 17° secolo, quando nacque come rivendicazione dei diritti primari per superare il concetto stesso di inferiorità della donna, ad oggi è innegabile che molta strada sia stata fatta. In molte parti del mondo le donne votano, lavorano, occupano ruoli di rilievo. Quindi è ancora necessario? E perché, oggi, il femminismo è visto come un fenomeno negativo?
E' nella vita quotidiana che servono le battaglie
Gli estremismi non aiutano mai e anche in questo ambito la condanna dell'uomo e l'iper considerazione della donna ha sollevato critiche e condanne fino a perdere il vero senso della lotta femminista per la parità. E' vero, ci sono ambienti ancora quasi preclusi alle donne. In Italia abbiamo dovuto usare le "quote rosa" perché le donne aumentassero nella vita politica, e, comunque, in un contesto politico, militare, religioso, quindi di comando, le donne scarseggiano.
Ma nella vita comune? La cronaca ci racconta ciclicamente casi di stupro che sono tutti ugualmente condannabili e deprecabili, e altrettanto ciclicamente si sentono commenti, da entrambi i sessi, di chi condanna l'atteggiamento, l'abbigliamento o le scelte di vita della vittima.
Della donna. Ancora oggi, sono i genitori di figlie femmine a preoccuparsi maggiormente quando queste crescono, perché il mondo fa più paura per una donna rispetto ad un uomo. Quindi, quando le ragazzine cominciano ad affacciarsi alla vita, le uscite, i comportamenti di queste vengono considerate con un accezione diversa rispetto ai coetanei.
Poi si cresce e nel mondo del lavoro ci si scontra con differenze di trattamento economico, con compromessi sessuali, con problemi legati alla maternità. Perché un padre che si dedica alla carriera tralasciando la famiglia (non che per un uomo sia sempre una scelta facile e scontata) è, comunque, considerato normale, mentre il contrario è ancora inaccettabile.
Una madre che compie una scelta simile non è una madre degna.
I preconcetti
Siamo, quindi, ancora assoggettati ai luoghi comuni. Nell'immaginario collettivo nasciamo e cresciamo in un mondo in cui l'uomo è il soggetto forte ed indipendente, mentre la donna è delicata, emotiva e legata alla bellezza. Una donna che non cura la propria immagine non è accettata alla stregua di una donna esteticamente attenta ed è considerata eccentrica proprio come un uomo che, invece, cura la propria immagine. Le preoccupazioni tra le ragazzine che vogliono farsi accettare nel gruppo sociale, sono legate all'aspetto. In televisione il modello femminile proposto è legato all'apparire, all'essere bella, a non avere un ruolo determinante quanto a stare in silenzio e farsi ammirare.
Questo condiziona davvero molto l'idea generale che gli uomini hanno delle donne e che le donne hanno di sé. Ciascuno ha ancora il proprio ruolo stereotipato, sia le donne che gli uomini. Eppure anche l'altra metà del cielo ha diritto di rivendicare la libertà di commuoversi, di non essere forte, di non doversi sobbarcare i doveri per obbligo sociale e di contestare i luoghi comuni del proprio genere. Aumentando la considerazione e la libertà della donna, aumenterà la libertà e la considerazione degli uomini. Ecco perché anche gli uomini devono appoggiare le lotte delle donne che sono la conquista della parità tra i generi, abolendo le costrizioni e i condizionamenti. Senza quelle esagerazioni che allontanano dalla vera utilità del movimento e che portano il femminismo ad essere un becero atteggiamento di superiorità verso l'altro genere, proprio come il maschilismo.
Quindi il femminismo non dev'essere considerato superato o legato a battaglie di cui godiamo i frutti. I risultati delle battaglie femministe vanno mantenuti e ampliati, continuando ogni giorno, nella vita quotidiana a combattere perché davvero si possa essere considerati a pari livello. Due facce della stessa medaglia.