Ieri, 8 Marzo, giornata internazionale della donna, uno sciopero globale di oltre 40 paesi nel mondo, ha coinvolto migliaia di donne che, attraverso lo strumento concreto e simbolico dello sciopero, hanno rivendicato il loro ruolo lavorativo, politico e sociale, denunciando anche ogni forma di violenza, sul corpo-territorio femminile, sia essa maschile che di genere. Ma la lotta e la battaglia, da parte di un movimento femminista che oramai si muove sulla scena internazionale, è lunga. Secondo il Gender Gap Report del 2016 le donne guadagnano meno degli uomini.

E questa forbice sembra si sia ampliata negli ultimi anni. Le donne sono escluse dai vertici della vita socio-culturale e Politica, anche se il livello d'istruzione femminile è superiore a quello maschile. Le recenti indagini di AlmaDiploma e AlmaLaurea riportano che negli studi le italiane sono più brillanti rispetto agli uomini, ma sono penalizzate proprio dal mercato del lavoro, sia nelle forme contrattuali che salariali.

Donne, lavoro e politica: una parità ancora tutta da raggiungere

Il principio di parità di retribuzione tra uomini e donne è sancito dai trattati europei già dal 1957, ma nonostante le buone intenzioni su un piano legislativo, la realtà è più dura e complessa. Anche se le donne sono più istruite, sono in numero maggiore le laureate, il tasso di occupazione delle donne italiane laureate è il più basso fra tutti i paesi dell'Unione Europea, e le lavoratrici che ricoprono i vertici sono una presenza modesta, questi i dati di uno studio di Italia Lavoro.

Questa mancanza di parità, a specchio si ripercuote anche in altri ambiti e settori, come quello politico. Le più alte cariche dello Stato non sono mai state ricoperte da donne, quali quella di presidente del Consiglio o della Repubblica. E al contrario il femminile politico si trova spesso vittima di sessismo e violenza, con insulti gratuiti che viaggiano dalle aule parlamentari ai social.

Ma le donne non gettano la spugna, anzi si organizzano in vari modi e settori, non solo quello che può essere l'adesione più o meno attiva al movimento femminista. Due donne architetto di Firenze hanno creato un progetto, Ada donne architetto, per portare avanti i diritti delle donne nell'ambito dell'architettura. Domani 10 marzo si terrà proprio a Firenze un incontro per presentare la carta etica uguaglianza e pari opportunità, che, come si evince dal comunicato, si prefigge "di riequilibrare le posizioni professionali femminili e maschili e prevenire qualsiasi altra forma di discriminazione." In Italia il 42% degli architetti è donna, ma i colleghi maschi percepiscono mediamente uno stipendio più alto del 57%.