1958. No, non c'entra l'entrata in vigore del Trattato di Roma, ma questo è l'ultimo (ed unico) anno in cui la nostra amata nazionale non ha partecipato alla fase finale del Mondiale di calcio.
Dopo la partita di ieri sera, terminata con un pallido 0-0, il sistema sportivo della nostra Nazione deve farsi delle domande su cosa non ha funzionato, e soprattutto dare soluzioni per un futuro più roseo dal punto di vista calcistico. Sono tante le parti che non hanno funzionato in questo percorso, dal commissario tecnico Ventura, che non ha saputo valorizzare una rosa sì con delle lacune, ma anche con giocatori importanti; da questi ultimi che non hanno saputo fare del loro meglio, giocando con sufficienza senza dare tutti loro stessi.
Ma soprattutto la Federazione non è stata capace di formare un vero progetto da qui alle prossime stagioni.
Certo, è sempre facile parlare quando non si vivono questo tipo di situazioni, 60 milioni di italiani diventano allenatori e dispensano consigli sul tipo di formazioni da mettere, passando da moduli ad interpreti da utilizzare, e subito pronti a puntate il dito contro le scelte sbagliate del nostro CT. È però anche vero che ieri ci siamo tutti sentiti abbandonati da una nazionale che ci ha sempre regalato gioie, e che ci ha abituato a vincere, od almeno a poter partecipare a questo tipo di competizioni, a parte quella disfatta di Belfast della data riportata sopra.
Come fare quindi ora a mandare giù l'amaro boccone che la Svezia ci ha regalato?
Oltretutto la nazionale gialloblù ci aveva già mandato a casa dagli europei dopo un "biscotto" eseguito ad hoc con la Danimarca per 2-2. Puntare sul rafforzamento del nostro vivaio, sull'arricchimento delle strutture sportive che molto spesso sono decadenti, sull'investimento su giovani promesse italiane piuttosto che sperperare quattrini andando ad acquistare stranieri che tante volte non sono meglio dei nostri "canterani".
Cantera che è valorizzata molto bene dalla Spagna ad esempio, che per puro caso ci ha rubato quel primo posto del girone di qualificazione che ci avrebbe anche permesso di non giocare questo spareggio molto rischioso (come poi è stato) contro la nazionale svedese. Ci aspettiamo tutti dunque, dopo aver fatto sbollire tristezza ed amarezza per questa mancata vittoria, un nuovo piano sportivo per far ripartire un movimento che solo 12 anni fa ci aveva portati sul tetto del mondo.