Matteo Renzi, nato a Firenze nel 1975, è il segretario del Partito Democratico eletto per un secondo mandato alle primarie del 30 aprile 2017 e presidente del Consiglio dei ministri della Repubblica Italiana dal Febbraio 2014 al 12 dicembre 2016. Quello da lui presieduto è stato il quarto governo più longevo della storia della Repubblica. Sulla vicenda delle banche popolari Renzi si difende e lo fa con un gesto inaspettato.
Renzi si difende dalle accuse
Onestà e trasparenza sembrano ormai diventate una bandiera da sventolare per i politici in ogni occasione pubblica.
Queste due virtù, in realtà, sono state portate sul panorama politico dal Movimento 5 Stelle che fin dagli esordi si è battuto per questi temi. Ora però sembra che gli altri partiti vogliano emularli, almeno su questo aspetto, in quanto i cittadini ormai sono stati sensibilizzati dal movimento di Grillo e quindi pretendono più sincerità da parte dei politici. Il problema nasce quando si appartiene a un partito, come tanti altri, che nella sua storia non ha mai fatto della trasparenza una bandiera e così si può assistere a comportamenti goffi e buffi di politici divenuti improvvisamente onesti e sinceri. Quanto accaduto negli studi di Matrix, alla presenza del conduttore Nicola Porro, ne è un esempio lampante.
L'ex primo ministro Matteo Renzi, per difendersi dalle accuse arrivate sul caso De Benedetti, compie un gesto squisitamente populista e, come detto poc'anzi, goffo e buffo, mostrando in diretta il saldo del suo conto corrente. Il segretario del PD era stato invitato in studio per dire la sua in merito alle accuse che gli sono state rivolte per aver avvisato l'ingegner De Benedetti anzitempo sul decreto delle banche popolari, permettendogli così di monetizzare.
Renzi dice "Non ho detto niente di nascosto" ma De Benedetti a Otto e Mezzo sostiene di essere stato deluso dall'ex premier.
15mila euro sul conto
Così Renzi, durante la trasmissione, decide di calare l'asso nella manica e dimostrare ai telespettatori e potenziali elettori la sua onestà politica. Come in una scena teatrale e con un atteggiamento sicuro di sé, il segretario PD tira fuori dalla sedia un paio di fogli di carta che contengono le cifre del suo conto in banca prima di diventare primo ministro e il saldo attuale.
"Nel giugno del 2014 avevo circa 22mila euro e oggi meno, circa 16mila" dice. Probabilmente Renzi non si rende conto che le persone sanno che si può avere più di un conto o addirittura averlo a nomi di parenti o fondazioni, ma tant'è.