Grande successo per Caravaggio-L’anima è il sangue, film documentario diretto da Jesus Garces Lambert, nelle sale cinematografiche per tre giorni dal 19 al 21 febbraio, si è posizionato primo in classifica al Box Office con 418.442€ di incassi e 45mila presenze.

Il film distribuito dalla Nexo Digital ha scavalcato il campione d’incassi delle passate edizioni Cinquanta sfumature di rosso ed il terzo classificato Black Panther, ultimo lavoro della Marvel che ha registrato un record d’incassi negli Stati Uniti, ma in Italia si è limitato a 187.872€.

Innovazione e tecnologia al servizio dell’arte

Il documentario è girato in formato Cinemascope 2:40, che imita la grafica di una tela dipinta, conferendo alle immagini una tipica visuale allungata ed è una delle prime produzioni in Italia in 8K, formato che permette di evidenziare e percepire chiaramente ogni singola pennellata dell’artista.

L’opera simbolo del film è lo Scudo con testa di Medusa, dipinta nel 1597 è custodita nella Galleria degli Uffizi a Firenze, in virtù del particolare patos trasmesso dall’espressione della testa di Medusa nel momento in cui viene recisa, scelta per rappresentare la vita travagliata del suo artista, di cui la particolare grafica rende nitido ogni particolare, quasi evidenziandolo in oro.

Genio e sregolatezza

Il film si sofferma sulle sofferenze di Michelangelo Merisi, detto il Caravaggio, enfatizzandone il tormento con immagini surreali, in una ambientazione moderna, fra un respiro sbloccato dalla pellicola trasparente e schiene tatuate in un contesto industriale pervaso di cemento.

Una mirabile ricerca storico-documentale condotta dal Prof.

Claudio Strinati, grande esperto di Caravaggio, dalla Prof.ssa Mina Gregori, Presidente della Fondazione di Storia dell’Arte R. Longhi e della Dott.ssa Rossella Vodret, curatrice della mostra “Dentro Caravaggio”, ci trasmette una visione ribelle e moderna dell’artista.

Caravaggio alterna periodi di grandi onori ricevuti per la sua arte ad avverse vicende giudiziarie, dovute ad un carattere irascibile che lo portò ad uccidere un uomo, delitto avvenuto a Roma in Campo Marzio, a causa di una discussione nata da un fallo durante una partita di pallacorda, in cui ferì mortalmente Ranuccio Tommassoni.

Il film si sofferma sulla vita trascorsa da Michelangelo Merisi durante l’esilio, condanna per l’uccisione di Ranuccio, una vita trascorsa fra osterie e prostitute e quanto della sua vita reale sia visibile nelle quaranta opere analizzate dal documentario, come nel caso del dipinto I Bari del 1595, oppure La morte della Vergine, in cui l’artista dipinge una prostituta morta affogata nel Tevere nelle vesti della Vergine Maria.

Rapporto tra classicismo e modernità

La pellicola che ha ottenuto il Riconoscimento del MIBACT, il Patrocinio del Comune di Milano e la collaborazione di Vatican Media e Malta si presenta come un mirabile excursus fra i luoghi in cui visse l’artista: Milano, Roma, Firenze, Napoli e Malta e le sue opere di cui lo spettatore può ammirare particolari impercettibili ad occhio nudo.

Per quanto alcune scene di ambientazione contemporanea possano apparire claustrofobiche, surreali ed inadatte al contesto del tema narrato, da esse traspare in chiave metaforica la sofferenza di cui è pervasa la biografia di Caravaggio. Eccellente la scelta della voce narrante, ricaduta su Manuel Agnelli, membro degli Afterhours e giudice di X Factor, per il suo timbro suadente ed evocativo, nonché per la personalità del cantante, per alcuni versi simile a quella del pittore seicentesco.

L’alternarsi di scene contemporanee alle opere nel film appare indicativo del nostro rapporto con la classicità, a riprova del fatto che la cultura classica, per quanto venga quasi messa da parte in virtù di una plumbea modernità fatta di cemento, sia ancora oggi in grado di vantare un ascendente fortissimo sulla psiche umana.