Finisce 0-0 a Milano tra Inter e Napoli, un pareggio che delude più i partenopei, dato che si vedono scavalcati dalla juve – che ha vinto 2-0 allo Stadium contro l’Udinese - al primo posto in classifica, mentre i nerazzurri rimangono quinti ad un solo punto dal quarto posto, occupato dalla Lazio e a quattro punti dalla Roma, terza, e con una partita in meno rispetto alle due romane.
Saper gestire la pressione
In questo turno il Napoli ha giocato dopo la Juve e si sa che questo non piace a Maurizio Sarri, secondo il quale chi gioca prima mette pressione sui rivali, costretti ad un risultato positivo per approfittare di un eventuale scivolone degli avversari o per non perdere terreno in classifica nei loro confronti; ebbene, sembra che a forza di gridare al lupo alla fine il lupo si sia fatto vedere.
Posto il fatto che la pressione c’è sia per gli inseguitori che per chi viene inseguito, la differenza la fa sempre come questa viene gestita e finora sia il Napoli che la Juventus hanno dimostrato di saperla gestire alla grande.
Ma adesso si entra nella fase calda della stagione e bisogna saper tenere i nervi saldi. Pareggiare a San Siro ci può stare benissimo e, di per sé, non è certo sintomo di un calo di tensione, ma è il modo in cui lo 0-0 è arrivato a mettere qualche dubbio: il Napoli non ha espresso il suo solito gioco e il consueto numero di occasioni da gol - anche per merito dell’Inter che ha chiuso bene tutti gli spazi e ha impensierito gli avversari nelle ripartenze e sui calci da fermo – e si è lasciato trascinare in maniera insolita nel tatticismo della partita.
La Juve, invece, ha giocato alle 15 contro l’Udinese all’Allianz Stadium e ha vinto grazie alla doppietta di Paulo Dybala. Verrebbe da dire una delle solite gare in campionato dei bianconeri, con i padroni di casa in controllo per tutto il match e che sembrano portare a casa il massimo risultato con il minimo sforzo: la prima rete viene da una punizione al bacio della Joya, prima della fine del primo tempo Higuain sbaglia un rigore ma si rifà più tardi con l’assist per il 2-0 del connazionale.
I postumi della Champions non hanno inciso più di tanto dal punto di vista fisico mentre sembrano aver portato in dote un rinnovato entusiasmo in casa Juve.
Il fattore coppe
Si dice che nella vita si rimpiange molto di più ciò che non si è fatto rispetto a quello che si è portato a termine e il Napoli potrebbe anche pentirsi di non essere andato avanti in Europa League: proseguire il proprio cammino nelle coppe europee è sempre una spinta in più nel motore, a prescindere dalla coppa o dalla posizione in campionato (lo hanno dimostrato quest’anno l’Atalanta e la Lazio che, nonostante gli impegni del giovedì, stanno ripetendo la bella stagione passata) mentre un’uscita anticipata dalla competizione comporta inevitabilmente delusione e un senso di frustrazione per ciò che poteva essere e invece non è stato.
Al contrario, il vantaggio di essere impegnati in una sola competizione è quello di risparmiare le energie e di concentrarsi su un unico obiettivo e questo potrebbe fare la differenza per gli uomini di Sarri (vista la propensione del tecnico toscano ad utilizzare quasi sempre gli stessi undici). D’altro canto tutte le grandi squadre di oggi – e il Napoli se non lo è già ambisce comunque a diventarlo – sono abituate a giocare ogni tre giorni, anche in virtù di rose adeguate a questo scopo, e la Juve è certamente una di queste: non solo possiede un parco giocatori di primo livello ma ha anche una forte attitudine alla vittoria e questo la rende probabilmente più adatta a lottare su diversi fronti.