Un "sistema fraudolento e patologico in un contesto di anarchia amministrativa": questa la laconica ed illuminante frase contenuta, si presume, nel rapporto di un magistrato. Non avrebbe potuto più felicemente sintetizzare quello che succede nel comune di Ficarra (Messina), per ironia della sorte anche nome di uno dei due presentatori di “Striscia la notizia” da sempre impegnata sul fronte della denuncia delle impunità del pubblico impiego, ma che non si limita al solo comune siciliano.

Il lavoro "se del caso"

Metà del personale si dedicava al lavoro part time, o meglio lavoro “se del caso” quando occupazioni personali, familiari o ludiche lo permettevano e non certo viceversa come dovrebbe.

Dove i pochi intervistati o interrogati parlano di uno stimolo lavorativo per “coscienza personale", una nuova categoria inventata nel fertile immaginario (di una parte) dei dipendenti pubblici privilegiata, tutelata, ignorata, abbandonata o...non saprei cos’altro aggiungere.

Ma certo se il diritto al lavoro è utopia mi sembra che pure il dovere al lavoro è un concetto labile, "interpretabile", lasciato alla buona volontà ed alla buona coscienza. Quindi anche gli stipendi dovrebbero essere lasciati alla "coscienza personale " del contribuente? Cosa spinge ancora e sempre all’impunità, alla strafottenza ed anche ovviamente al rischio, in tempi in cui ormai la soglia del “dolore burocratico” è così bassa nei cittadini che ormai tendono sempre più spesso ad investire le forze dell’ordine nella tutela dei diritti del cittadino?

Si è rotto un patto tra cittadini e impiegati pubblici, che sono poi anche loro parte di quegli stessi utenti, in una anarchia che definirei generalizzata, in cui c’è una fatale e scriteriata corsa al “livellamento in basso” dell’etica del lavoro.

Da una parte...

Da una parte spesso a dettare i ritmi sono quelli che poco o niente fanno nell’indifferenza delle norme certe, delle indulgenze sindacali ma anche della magistratura del lavoro che spesso reintegra comunque e a prescindere in un malinteso senso di tutela della “parte debole”.

Poca attenzione ai diritti della cittadinanza su cui poi riverbera un complessivo senso di frustrazione tra dirigenti e colleghi di fronte a reintegri anche in casi di furti certi e ripresi dalle telecamere nelle valigie degli aeroporti, o nel marcamento multiplo dei cartellini. Sentenze shock di cassazione, che di certo difendono il diritto e le tutele, ma lasciano irrisolti molti e molti punti interrogativi nella gestione anche del servizio pubblico.

...e dall'altra

Ma anche al contrario e dall’altra parte dipendenti statali che si “rifugiano” nell’assenteismo o nel lavoro bradipo e intermittente di fronte ad una disorganizzazione e anarchia lavorativa, alla mancanza di mezzi e strutture, a dirigenti troppo impegnati in carriere politiche o a salvaguardare le proprie prebende, a mansioni gravose nel rapporto di sportello o a sopperire a croniche mancanze di personale in situazioni di “frontiera” sociale. Insomma in questa brutta storia non si riesce spesso a cogliere un capo ed una coda, in un avvilente degrado generale del servizio-disservizio pubblico.