Non è una lettera, ma un messaggio in bottiglia forse utile a qualcuno o probabilmente no. Sono semplicemente opinioni, idee, impressioni di un ragazzo di 28 anni che vive in Italia, si occupa di Politica da 4-5 ed è di sinistra. Il messaggio in bottiglia è per tutti quelli come me, al di là dell'età anagrafica, che si riconoscono in questa parola. Non spetta a me, dare patenti di chi può esserlo e chi no.

Anzi, forse, vado oltre è per tutti quelli che si riconoscono in delle idee molto semplici che forse potrebbero essere di sinistra ma non sanno nemmeno di esserlo.

Nel momento del giuramento del Governo più a destra della Storia Repubblicana penso che tanti e tante stiano vivendo più o meno la stessa sensazione e allora mi viene da pensare che no la strada non può essere la rassegnazione, lo sconforto, l'indifferenza. E allora ecco, vien fuori l'esigenza collettiva di una ripartenza, di un nuovo processo. Nasce il desiderio di una nuova strada che semplicemente possa dare un nuovo orizzonte, una concreta utopia per la quale mettersi in cammino.

Cosa penso e in cosa credo? Credo che si debbano trovare strade nuove per rispondere ai problemi irrisolti di questi trent'anni, credo che dobbiamo andare a sfidare il futuro pensando a come declinare l'innovazione tecnologica nel tessuto sociale, credo che l'ambiente non sia una roba da fighetti, ma la chiave interpretativa per cambiare paradigma e costruire sviluppo sostenibile creando occupazione, credo che i diritti sociali non siano una cosa di antiquariato, credo che sia compito di quelli come noi trovare soluzioni a chi fa fatica ad arrivare a fine mese, a chi non ha un pezzo di pane da mangiare, a chi non può curarsi, a chi non può frequentare l'università, a chi si è laureato con il massimo dei voti e non trova uno straccio di lavoro, a chi lavora per due euro l'ora, a chi ha il sacrosanto diritto di andare in pensione dopo 35 anni di fabbrica.

Credo sia inammissibile che aziende licenzino dipendenti mentre vengono elargiti super-bonus agli amministratori.Credo che l'Europa debba diventare la casa dei popoli. Cose semplici, cose essenziali. Cose che tutti possono capire.

Sinistra: una nuova strada

Non partiamo dalle etichette ma da un'idea: non abbiamo affrontato i problemi del nostro tempo nella maniera giusta e siamo fuori tempo. Siamo in ritardo storico con gli eventi che ci accadono accanto. L'impegno stoico di tante e tanti militanti non basta più. Non siamo casta, non siamo establishment, non siamo per il capitalismo finanziario, non possiamo essere quelli che giocano a dividere il mondo in due: responsabili vs irresponsabili, establishment vs popolo volgare.

Dobbiamo dire che questo sistema così non va, e dobbiamo cambiarlo concretamente. Dobbiamo essere quelli che elaborano un pensiero lungo, una strategia politica e non meramente elettorale, ma soprattutto dobbiamo far sì che le persone capiscano che i problemi dell'Italia, dell'Europa, del Mondo non si risolvono con l'approssimazione, che i nazionalismi hanno creato una guerra tra ultimi e penultimi.

Bisogna unire, unirci, ampliare, non dividere e parlare di questioni che interessano solo ed esclusivamente l'interno della politica, discutere di assemblee, liste, metodi. Abbiamo perso la nostra identità ed è per questo che ci preoccupano le alleanze, i distinguo, ci convinciamo che le nostre questioni interne alla fine interessino veramente a qualcuno.

Minacciamo di andarcene, di far saltare il banco ma ormai non c'è più nemmeno quello. L'amara verità è che prima di perdere nelle urne abbiamo perso nella società e solo da lì possiamo ripartire.

La Sinistra e il 'cholismo'

Molti benpensanti non gradiranno una metafora calcistica, ma in Spagna vi è una metafora perfetta ( e non è solo quella politica estremamente significativa di Pedro Sanchez e Pablo Iglesias) ma riguarda una squadra l'Atletico Madrid e il suo allenatore. Storicamente la Spagna calcistica permette poche eccezioni o Real o Barcellona. Sembrava non ci fosse storia per nessun altro. Poi arriva il 'Cholo', ovvero l'allenatore argentino Diego Pablo Simeone. Crea un'identità tramite alcune parole chiave: umiltà, sacrificio, gruppo, lavoro, organizzazione.

Crea un sogno collettivo basato sulla voglia di riscatto di quelli che non venivano nemmeno considerati, di quelli che sembravano un imprevisto nella una storia calcistica. Filosoficamente potremmo dire che crea struttura e sovrastruttura. Socialmente possiamo definirlo un ascensore sociale funzionante.Talento e lavoro, capacità di stare insieme e di navigare tutti nella stessa direzione grazie ad un sforzo collettivo che permette alle potenzialità e alle capacità di esprimersi. Le altre parole chiave sono grinta, tenacia e intelligenza. Non una grinta, una 'rabbia' fine a se stessa e sconclusionata (alla 5 Stelle per intenderci) ma la rappresentazione della voglia di credere fino in fondo ad un'idea: tutti siamo uguali al di là delle disponibilità storiche e delle risorse monetarie, tutti possiamo raggiungere i nostri obiettivi con intelligenza e applicazione al di là della nostra situazione attuale. Una lezione per tutti, un piccolo esempio da seguire per aprire una nuova strada. A Sinistra.