Non c'è bisogno di spiegare cos'è One Piece (un manga shonen famoso in tutto il mondo) né ricordare il monumentale numero di Videogiochi nati sulla base di questa opera, ma per chi se lo fosse perso, il 15 marzo è uscito un nuovo tie-in legato al celebre franchise: One Piece World Seeker. Quello che distingue questo ultimo prodotto, ad opera della Gambarion, dalla massa dei suoi predecessori, è la struttura non più da picchiaduro ma da action/gdr open world con una storia fuori dalla continuity.
Nei panni di Rufy (e solo nei suoi) il giocatore si troverà catapultato all'interno di un'isola originale e creata appositamente per il titolo.
La zona è occupata militarmente dalla marina la sua forte presenza è fonte di scontri interni che spaccano la popolazione in due fazioni: chi si oppone e chi la spalleggia. A farci da guida all'interno dell'avventura c'è Jeanne, capo dei ribelli ed elemento cardine su cui girerà la trama del gioco.
Le quest: una ciurma da completare e degli abitanti da salvare
One Piece World Seeker basa molte delle sue missioni sulla ricerca dei vari membri della ciurma sparsi sull'isola e su compiti di aiuto alla popolazione. Le quest secondarie sono molte ma poco variegate ed alcune tipologie (come le ricerche a tempo) tendono a risultare frustranti. Fin troppo spesso ci troveremo a completare una missione picchiando un tizio, raccogliendo un certo oggetto o raggiungendo un certo luogo.
C'è da aggiungere, inoltre, che alcune di queste missioni non sono sempre opzionali in quanto risulteranno propedeutiche al superamento di altre missioni principali.
Nel gioco sono presenti anche missioni più importanti, spesso legate alle vicende personali di determinati personaggi, più curate ma appesantite da lunghi dialoghi.
Queste hanno lo scopo di aumentare il karma di Rufy (utile a migliorare i rapporti e sbloccare contenuti extra come costumi e simili) o guadagnare dei punti ed oggetti con cui potenziare il personaggio. Come attività secondaria è stato implementato anche il crafting degli equipaggiamenti effettuabile sulla Thousand Sunny con l'aiuto di Usop e Franky (per i gadget) o di Sanji (per gli oggetti consumabili).
Un gameplay poco curato
Sul versante del gameplay la situazione non risulta rosea. Il gioco sembra concentrarsi molto sull'esplorazione. I paesaggi sono piacevoli (merito anche di un Unreal Engine 4 ben sfruttato), e una volta sbloccate determinate abilità, spostarsi da un punto all'altro della mappa risulta anche divertente. I problemi escono quando si parla di combattimenti. Rufy, durante tutta l'avventura, si troverà ad affrontare nemici storici della saga, spesso in boss battle poco intense ed entusiasmanti a causa di un sistema di combattimento poco reattivo, legnoso e non molto vario.
L'idea che è alla base del battle system è buona ma mal gestita. Il giocatore avrà a disposizione due tipologie (migliorabili) di stili di combattimento: una lenta ma difensiva ed una veloce ma più aggressiva.
Il problema arriva quando gli attacchi disponibili in entrambi gli stili si dimostrano essere pochi e ripetitivi ed il passaggio da uno all'altro, inoltre, risulta lento e macchinoso, impedendo, di fatto, la creazione di combo particolari alternando gli approcci.
Un'isola vuota
Come si è detto prima, uno dei punti di forza del titolo è l'esplorazione. L'isola è ben disegnata e molto aderente ai canoni di Eiichiro Oda, sia nello stile di disegno che nel tipo di persone che la abitano. Il problema di One Piece World Seeker, su questo punto, è che l'ambiente di gioco è inutilmente vuoto e ci sono troppi spazi privi di vita. Tralasciando gli abitanti (concentrati maggiormente nelle zone cittadine) ed i nemici, buona parte del territorio non presenta nessun elemento di interazione né una fauna che possa arricchire, anche solo visivamente, l'area esplorata.
Si sente anche la mancanza di un'alternanza notte/giorno (considerata ormai standard in qualsiasi open world) o di variazioni climatiche anche messe solo a scopo decorativo.
Un gioco adatto solo agli appassionati
In conclusione One Piece World Seeker risulta un titolo a malapena sufficiente, dove l'inesperienza del team (per il genere degli open world) si fa sentire, adatto soprattutto a chi è fan della saga ed ha voglia di comandare un Rufy finalmente svincolato dai genere picchiaduro. C'è di buono che questo gioco potrebbe segnare l'inizio di un nuovo brand videoludico e portare, in futuro, ad un secondo capitolo gestito con molta più cura e più accattivante.