Siamo in tempi di discussioni parlamentari per quanto riguarda la tanto agognata riforma della legge elettorale. Proprio ieri avevamo discusso in questo articolo alcune proposte che erano venute fuori per l'eliminazione del cosiddetto Porcellum. Avevamo parlato infatti di modello ispanico e di mattarellum rinforzato in senso iper-maggioritario. Oggi invece discutiamo quella che potrebbe essere la proposta del Movimento 5 Stelle o, per meglio dire, la soluzione che ha ideato Beppe Grillo per pensare la riforma della legge elettorale.
Legge elettorale, Beppe Grillo e Movimento 5 Stelle: 'Deciderà la base del Movimento'
In nome di quelle che sono le dinamiche proprie del Movimento 5 Stelle, Beppe Grillo chiama a raccolta i seguaci e gli iscritti per decidere tutti insieme quale dovrà essere la proposta di riforma della legge elettorale avanzata dal Movimento.
In un post pubblicato sul blog, Beppe Grillo spiega le modalità mediante le quali il movimento deciderà quale dovrà essere la proposta. A prendere la decisione saranno gli iscritti certificati, al momento quasi 100.000, mentre Aldo Giannulli spiegherà le varie proposte e le illustrerà. Alla fine ci sarà una consultazione online.
Legge elettorale, Beppe Grillo e Movimento 5 Stelle: quale Parlamento deciderà?
Il post di Beppe Grillo, però, non è soltanto di carattere organizzativo per quanto riguarda la legge elettorale ma contiene anche precisi attacchi politici. Il leader del Movimento 5 Stelle afferma che a decidere sulla legge elettorale non dovrà essere questo Parlamento, dal momento che, secondo il pronunciamento della Consulta che si avrà a fine gennaio, questo Parlamento risulterà illegale.
Per Beppe Grillo siedono al momento in Parlamento circa 150 deputati da lui definiti "illegali" in quanto fruitori del premio di maggiornaza dovuto al Porcellum.
Legge elettorale, Beppe Grillo e Movimento 5 Stelle: 'Napolitano scioglierà le Camere'
Il messaggio di Beppe Grillo si chiude allora con un invito a Giorgio Napolitano.
Il leader del Movimento 5 Stelle auspica che, una volta che la Consulta si sarà pronunciata sull'incostituzionalità del Porcellum, il Presidente della Repubblica prenda la decisione di sciogliere le Camere. Insomma, ancora una volta, la riforma della legge elettorale sembra slittare a data da destinarsi.