Si è concluso così, con entrambi i protagonisti ottimisti, l'incontro tra il segretario del Partito Democratico Matteo Renzi ed il leader di Forza Italia Silvio Berlusconi che in una nota esprime soddisfazione per il metodo scelto dal Pd per aver avviato un "rapido e costruttivo confronto".
Dichiarazioni positive filtrano anche da Palazzo Chigi e sembra prendere forma la possibilità che la legge elettorale possa essere approvata entro le Europee di maggio.
Dal nuovo centrodestra invece arrivano reazioni allarmate: "la legge elettorale senza di noi non possono farla" interviene Angelino Alfano.
L'incontro, durato due ore e mezza, ha visto i due interlocutori in "profonda sintonia" su tre riforme fondamentali: revisione del titolo V della Costituzione che definisce le competenze dello Stato, delle Regioni e degli altri enti; trasformazione del Senato in Camera delle Autonomie con rappresentanti "non di natura elettiva"; modifica della legge elettorale.
L'accordo sembra essere massimo proprio sulla legge che dovrebbe modificare il "Porcellum".
Il segretario del Pd afferma che si è fatto "un significativo passo avanti verso una nuova legge che favorisca la governabilità, il bipolarismo ed elimini il potere di ricatto dei piccoli partiti. Promette che nelle prossime ore verrà messo a punto un testo da sottoporre domani alla direzione del Pd per il voto.
Berlusconi, da parte sua, auspica la rapida approvazione di una legge elettorale che porti al consolidamento dei grandi partiti in un ottica di semplificazione dello scenario politico, il cui modello sembra essere quello di una legge a turno unico, con soglia di sbarramento più alta per chi non si coalizza, premio di maggioranza e probabili piccole liste bloccate, sul modello spagnolo.