Da oggi non potremo più chiamarlo "Cavaliere". Silvio Berlusconi ha deciso di autosospendersi dal Cavaleriato del lavoro, in seguito alla sentenza di condanna emessa dalla corte di Cassazione il 1° agosto del 2013. Il consiglio direttivo della Federazione Nazionale dei Cavalieri del Lavoro ha accolto la richiesta di sospensione inviata direttamente dall'ex Presidente del Consiglio.

Il collegio dei probiviri che ha il compito di analizzare e risolvere problemi relativi a coloro che appartengono alla Federazione ha portato a termine l'iter previsto per revocare a Berlusconi il titolo di "Cavaliere del Lavoro", conferitogli nel 1977. In realtà, ben prima della lettera inviata dal 77enne imprenditore milanese, dopo la sentenza della Cassazione, in molti avevano chiesto la revoca del titolo. Tra questi, c'è stato anche il conte Pietro Marzotto, che ha inviato una comunicazione al presidente dei Cavalieri del Lavoro del Triveneto, sollecitando l'annullamento dell'onorificenza a Berlusconi per "indegnità".

Il collegio direttivo della Federazione ha comunque fatto notare che Silvio Berlusconi ha deciso di rinunciare al "cavalierato", nonostante, allo stato attuale delle cose abbia fatto "ricorso alla Corte di Giustizia europea - così recita il comunicato della Federazione nazionale dei Cavalieri del Lavoro - nonché avendo in corso di presentazione una istanza di revisione del processo che lo ha riguardato".