Il tema dell'amnistia e dell'indulto continua a restare al centro dell'attenzione pubblica, nonché dell'impegno del Parlamento. Lo scorso 24 luglio è stato approvato lo svuota carceri, che prevede la possibilità per molti detenuti colpevoli di reati minori di usufruire di uno sconto o di una conversione della propria pena. Da quanto si apprende su fonti locali (e sui principali giornali cittadini) in molti carceri si può parlare di una prima efficacia della normativa, tanto che alcuni hanno stimato in circa il 20% il numero di detenuti che ne ha usufruito.
Parlamento al lavoro, il provvedimento scade il 26 agosto
Intanto Palazzo Madama è al lavoro per esaminare il disegno di legge 1579, volto alla conversione del decreto legge numero 92 sui rimedi risarcitori destinati ai detenuti e sulla modifica del codice di procedura penale. Si tratta di una riforma profonda della giustizia italiana, che per altro era attesa da lungo tempo e richiesta a gran voce tanto dalle parti sociali interne al Paese quanto da diverse istituzioni internazionali. Secondo quanto riportato dal sito del Ministero c'è tempo fino al prossimo 26 agosto per procedere con la conversione del provvedimento approvato lo scorso 24 luglio, visto che la data rappresenta il limite temporale di scadenza.
Il Guardasigilli Andrea Orlando in aula per la replica
Intanto il Ministro della Giustizia si è presentato in aula nella giornata di ieri per presentare il provvedimento svuota carceri e per replicare alle critiche arrivate dall'opposizione. La linea di Orlando è chiaramente a difesa del provvedimento, tanto che in numerose occasioni ha dichiarato che quello appena approvato è un cambiamento storico del sistema giudiziario italiano.
Punto importante è stato il suo giudizio sull'introduzione della responsabilità civile dei magistrati, un dettaglio della riforma ora al centro dell'acceso dibattito politico. Su questo particolare aspetto, il Guardasigilli ha affermato che "non dovrà essere un meccanismo punitivo", ma "va garantita una effettiva rivalsa nei confronti di chi ha sbagliato gravemente", non più "blocchi invisibili", dunque, ma "un giudice più accessibile per chi subisce un danno ingiusto".