Chi è Pedro Pèrez-Sànchez Castejòn? Nato a Madrid 42 anni fa, meglio e più semplicemente conosciuto come Pedro Sanchez, è il segretario del PSOE(Partito Socialista Operaio Spagnolo) dal 26 luglio 2014. Comparso insieme a Matteo Renzi durante la giornata di chiusura della recente Festa dell'Unità a Bologna, invitato con gli altri rappresentanti della sinistra europea, appare cordiale e pronto a conversare con tutti, alla mano possiamo dire, ma la caratteristica che risalta di più e la sua bellezza da attore, non a caso tutti gli sguardi femminili presenti alla kermesse della Festa dell'Unità sono catalizzati dal "bel Pedro".

Camicia bianca, attraente e abbronzato, fisico atletico(ex giocatore di basket) e fotogeneticamente naturale; "el guapo" spagnolo è evidentemente il bello della sinistra europea. Sposato con l'altrettanto piacevole signora Miren Begoňa Fernàndez, discretamente sempre un passo indietro al segretario, padre di due figlie di sette e nove anni, parla correttamente tre lingue ed è professore di Struttura Economica e Storia del Pensiero Economico presso la facoltà di Giurisprudenza dell'Università Camillo Josè Cela di Madrid. Sanchez succede alla guida del PSOE a Zapatero, il premier socialista travolto dalla crisi economica, e ad Alfredo Pèrez Rubalcaba, segretario dimissionario del Partito Socialista Operaio Spagnolo il 12 giugno 2014, dopo lo scarso rendimento alle ultime elezioni europee, accelerando la carica di segretario per Pedro Sanchez che semmai avrebbe dovuto investirlo non prima di novembre 2014, data in cui erano state fissate le primarie, indette appunto per eleggere il nuovo segretario PSOE.

Il flop alle elezioni europee ha fatto anticipare tutto e così Pedro Sanchez il 13 luglio scorso sbaragliando tutti gli avversari con il 49% alle primarie e l'86% alla sua nomina di segretario diventa il segretario del PSOE. In comune con Renzi, oltre la giovane età, il concetto di rottamazione della vecchia classe politica e la posizione nei confronti delle politiche dell'Unione Europea, della quale rifiuta l'impostazione economica e il servilismo nei confronti di Bruxelles. Il "Cary Grant" della nuova sinistra europea dice anche cose di sinistra, come "Non spetta soltanto alla classe media e alla classe dei lavoratori sopportare la crisi".