Nonostante l'emergenza carceraria continui a proseguire con aggiornamenti allarmanti, sembra che il Governo non abbia intenzione di aprire per il momento a un atto di clemenza generalizzato. È questa la conclusione a cui si deve giungere osservando che l'azione dell'esecutivo e del Ministro Andrea Orlando si sta concentrando più su questioni inerenti i processi civili e penali che relative alle carceri. D'altra parte, è ancora piuttosto recente l'approvazione dello svuota carceri 2014; un'ipotesi per interpretare questo atteggiamento potrebbe essere che prima di procedere con altri provvedimenti, si pensi necessario attendere di avere nuovi dati sulla situazione.

I numeri diffusi nel mese di agosto dal Ministero della Giustizia e analizzati da Rita Bernardini del Partito Radicale parlano di un sovraffollamento medio del 119%, con picchi che possono superare anche il 200%. Non contemplano però lo sconto di pena concesso con lo svuota carceri appena citato, che prevede per chi ha commesso reati minori la possibilità di convertire la reclusione con periodi di attività lavorative messe a disposizioni dagli enti e dalle associazioni regionali convenzionate con il Ministero.

Il Guardasigilli Andrea Orlando incontra la Commissaria UE Martine Reicherts

A conferma di quanto appena detto, vi sono le dichiarazioni dello stesso Ministro Orlando, che in settimana ha incontrato la Commissaria Ue Martine Reichers: "com'è noto la Riforma della giustizia rappresenta una grande opportunità di attrarre investimenti, pertanto rappresenta parte integrante delle riforme strutturali che hanno per obiettivo la crescita".

Della stessa opinione anche Maria Elena Boschi, Ministro per le riforme e i rapporti con il Parlamento: "questa riforma porterà ad avere processi che dureranno un anno come avviene nel resto d'Europa […] smaltiremo gran parte dei processi arretrati". È quindi il tema della semplificazione quello su cui si sta focalizzando il Governo Renzi; uno snellimento burocratico della giustizia è certamente necessario, ma non è detto che l'efficienza guadagnata a monte si trasmetta automaticamente anche a valle.

Bisogna infatti ricordare che le notizie che giungono dalle carceri restano preoccupanti, a partire dai tentati suicidi e dai veri e proprio atti di auto annichilimento di molti detenuti, per non parlare di chi soffre in condizioni di sovraffollamento e carcerazione al limite dell'inciviltà.

La polizia penitenziaria in rivolta per i tagli, minacciano scioperi e proteste

D'altra parte, non è un caso se sono le stesse associazioni di polizia penitenziaria a dirsi dispiaciuti per lo stato delle carceri italiane e a proclamare lo stato di agitazione.

I segretari dei principali sindacati hanno messo in evidenza più volte come manchino le condizioni necessarie per poter lavorare con serenità. Tra i problemi denunciati come fonte di maggiori preoccupazioni, la carenza degli organici, la turnazione troppo elevata, gli stipendi bloccati e la mancanza di risorse utili a proseguire decorosamente con l'attività lavorativa. Il distaccamento piemontese del sindacato Osapp, ad esempio, ha recentemente parlato di "sistema penitenziario disorganizzato, fatiscente, sovraffollato ed in cui manca qualsiasi cosa per gli operatori" (fonte "La stampa di Torino").