Mentre la Cancelliera tedesca Merkel invita tutta la comunità internazionale ad unirsi nella lotta contro l'Isis essa potrebbe diventare, nei prossimi giorni, l' inizio di una potenziale terza guerra mondiale perché gli jhadisti si starebbero avvicinando alle porte dell'Europa e minacciando direttamente uno dei più importanti stati del mondo. Il presidente turco Erdogan ha ricevuto ieri l'autorizzazione dal suo Parlamento a usare le forze armate contro i terroristi dal momento che essi starebbero entrando, secondo fonti curde, a Kobane situata in Siria a ridosso della Turchia.

Il Primo Ministro Ahmet Davutoglu ha ribadito che il suo paese è pronto a difendere questa città poiché lo Stato Islamico potrebbe arrivare a controllare buona parte della zona confinante (senza contare che una enclave turca in loco è già controllata da decine di militari di Ankara) e a rovesciare il governo siriano.

Il regime di Damasco ha dichiarato oggi che considererebbe un intervento militare turco nel suo paese come una "aggressione" contro un membro delle Nazioni Unite; tale affermazione genera notevoli preoccupazioni dal momento che la Siria gode non solo di una forte alleanza economica con la Russia ma anche di una sua protezione dal punto di vista militare. La situazione complessiva rischierebbe di deflagrare in un conflitto globale dal momento che Ankara, che è membro a tutti gli effetti della Nato, potrebbe entrare in guerra contro non solo il regime di Damasco ma anche il Cremlino (Putin in questi giorni ha dato l'ordine di velocizzare la distribuzione dei missili anti aerei sul suolo siriano controllato da Assad).

I nuovi sviluppi di questa crisi si intrecciano con quelli provenienti dall'Ucraina dove sarebbero ripresi gli scontri tra i ribelli sostenuti da Mosca e il governo di Kiev supportato dall'occidente (Obama ha dichiarato la scorsa settimana all'Onu che Mosca pagherà ulteriori costi per le sue ingerenze nel paese) e le notizie sempre più gravi provenienti dalla Cina che potrebbero aprire una nuova pericolosa escalation tra Pechino e gli Usa.