Prosegue il dibattito sul delicato tema dell'amnistia e dell'indulto. Dopo i nostri recenti articoli riguardanti il caso Cucchi, torniamo a parlare del grave sovraffollamento carcerario che sta affliggendo i penitenziari italiani, con le nefaste conseguenze che ormai ben conosciamo. Dai tentativi suicidari agli atti di autolesionismo, dalla mancanza di spazio vitale ai fenomeni di abbandono terapeutico, le tante situazioni di disagio stanno rivelando tutti i limiti dell'attuale sistema, mettendo a dura prova non solo i detenuti e le loro famiglie, ma anche gli operatori di polizia penitenziaria che si trovano a lavorare in contesti di grande disagio.

Purtroppo risale solo a due giorni fa la notizia dell'ennesima tragedia derivante dal contesto carcerario: a togliersi la vita, questa volta, è stato un assistente capo del Corpo di Polizia. La vicenda è avvenuta ad Ariano Irpino ed è stata comunicata da Donato Capece, Segretario del noto sindacato Sappe.

Angiolo Marroni, Garante dei detenuti del Lazio: il carcere resta un'istituzione violenta

A tal proposito, si è espresso nella scorsa settimana anche il Garante dei detenuti laziali Angiolo Marroni, spiegando che secondo la sua personale opinione "il carcere è di per sé un'istituzione violenta"; la frase viene motivata con il fatto che il carcerato non viene solo privato del proprio diritto alla libertà, ma anche di quello alla salute e al lavoro.

Spesso vengono tagliati anche i rapporti con i familiari, visto che si creano dei problemi di territorialità tali per cui il detenuto viene collocato in luoghi lontani o difficilmente raggiungibili, se non attraverso elevati oneri economici. Questo genere di organizzazione incide fortemente sul tenore di vita del carcerato e concorre in taluni casi a vanificare l'intento sociale della carcerazione, che mira a riformare la persona e a reinserirla nella società, attraverso lo sconto della pena.

Purtroppo secondo Marroni le cose non sembrano destinate a cambiare nel breve periodo. Il suo giudizio sulla possibilità che la politica possa votare favorevolmente per una misura di amnistia e indulto è lapidario: "tempo sprecato, non ci saranno. Il Parlamento non li voterebbe mai".

Giustizia e processo civile, la Camera dei Deputati vota la fiducia

Qualcosa continua comunque a muoversi nella giustizia italiana.

La Camera dei Deputati ha infatti votato, nella settimana scorsa, la fiducia sulle disposizioni urgenti in materia di processo civile, approvate dal Governo Renzi nello scorso mese di agosto. Il Ministro della Giustizia Andrea Orlando ha espresso la propria soddisfazione in merito: "la riforma del processo civile è il primo provvedimento del pacchetto di riforma della giustizia che diventa legge ed è il primo risultato di un percorso che costruisce le condizioni per affrontare l'arretrato civile [...] credo sia un passo importante" (fonte Giustizia.it). Come sempre, restiamo a disposizione per far sentire la vostra voce attraverso i commenti. Se invece desiderate restare aggiornati sulle ultime novità riguardanti amnistia e indulto, potete utilizzare il tasto "segui" disponibile in alto, sotto al titolo.