Come senz'altro saprete, il Presidente del Consiglio, Matteo Renzi, in ottica spending review, aveva fissato dei paletti 'stipendiali' non soltanto nei confronti dei manager della pubblica amministrazione ma aveva disposto che anche i dipendenti della Camera dovessero sottostare a quel famoso tetto da 240mila euro, che ha suscitato così tante polemiche nei giorni scorsi. 

Il noto quotidiano 'Libero', nel numero odierno, ha pubblicato la notizia secondo la quale il Parlamento sarebbe riuscito nell'impresa di 'evitare' questo provvedimento 'restrittivo' nei confronti dei dipendenti dei vari deputati e senatori.

Infatti, viene riportato il verbale relativo alla seduta dell'ufficio di presidenza, risalente al 30 settembre scorso: in effetti gli stipendi sono stati parzialmente ridotti ma, come succede spesso quando si tratta di Parlamento, il trucco è dietro l'angolo. Vediamo perchè.    



Innanzitutto, c'è da precisare che ai 240mila euro lordi si devono aggiungere i contributi previdenziali e le indennità di funzione che fanno schizzare gli stipendi fin quasi alla cifra di 400 mila euro (siamo intorno ai 370). In più, i compensi dei dipendenti della Camera non verranno tagliati in maniera secca come è stato stabilito per coloro che lavorano per la pubblica amministrazione, ma 'gradualmente', con l'introduzione di un contributo di solidarietà variabile.

In pratica, facendo un esempio in cifre, il dipendente della Camera che oggi incassa uno stipendio compreso tra i 240 e i 300mila euro, subirà nel 2015 una riduzione del 20% ma calcolato solo sulla cifra che supera il tetto massimo, ovvero 240mila euro; nel 2016 il taglio sarà pari al 30 per cento; nel 2017 del 40 per cento e, dulcis in fundo, nel 2018 del 55 per cento.

In ogni caso, da qui al 2018, il dipendente della Camera percepirà ugualmente il 45% della somma eccedente i 240mila euro. Siccome è già stato previsto che nel 2018 il tetto dei 240mila euro sarà ritoccato proprio a partire dal 2018, secondo quanto stabilito tramite accordo con le organizzazioni sindacali, non è difficile immaginare come andrà a finire questo 'teatrino farsesco'.