Chi sarà il nuovo Presidente della Repubblica? Sarà un uomo o una donna? A pochissimi giorni dalle annunciate dimissioni di Giorgio Napolitano, si scalda la scalata al Colle, i nomi che girano all'interno dei palazzi romani, sono sempre gli stessi.

Si parla molto di Romano Prodi, spalleggiato dalla sinistra targata Bersani, poi è stata avanzata l'ipotesi Giuliano Amato, ma questa sembra un'elezione assai improbabile, visto che il candidato non è ben visto a partire dall'opinione pubblica, una parte della sinistra propone Anna Finocchiaro, ma anche Piero Fassina attuale sindaco di Torino.

In questi ultimi giorni si è parlato molto e con insistenza di Mario Draghi, perché considerato uno dei pochi al di sopra delle parti.

Una buona parte delle fazioni politiche invece propone la Presidenza della Repubblica a Emma Bonino e non è da escludere un suo inserimento all'interno della bagarre finale, sarebbe la prima donna Presidente nella storia della Repubblica Italiana. Altri nomi molto caldi sono quelli di Walter Veltroni, Sergio Mattarella e Pierluigi Castagnetti. Gli elettori che avranno il compito di designare il nuovo inquilino del Quirinale sono in tutto 1008 tra senatori, senatori a vita, deputati e rappresentanti delle regioni. Le votazioni saranno in tutto quattro e per le prime tre il quorum necessario per l'elezione è di 672 consensi (due terzi dell'Assemblea in seduta comune), per la quarta e successive basta invece la maggioranza assoluta corrispondente a 505 voti.

Nel bel mezzo dell'impasto dei nomi, c'è un'ombra e si chiama 'Il patto del nazareno', un accordo Renzi - Berlusconi che potrebbe dettare le sorti dell'elezione al Quirinale. Da un lato c'è una sinistra che forma un'onda anomala sempre in agguato e che potrebbe scombinare i piani del Premier, dall'altro c'è anche il Movimento 5 Stelle e tutta l'opposizione che porta avanti i propri nomi.

La scalata al Colle si prevede ruvida e molto difficile da percorrere, non ci sono certezze o preferenze che prevalgono su altre, il Parlamento è completamente spaccato, la speranza è quella che si giunga ad un nome che sia veramente al di sopra delle parti, che possa fare da giudice arbitro per una politica italiana che sembra essere naufragata e un paese socialmente ed economicamente sfiduciato.