Niente da fare il Premier Renzi non si abbatte, il supereroe dell'incostituzionalità e dell'artifizio che ha proposto al Senato un Ddl da rivedere per la quasi totalità, continua la battaglia a favore della "Buona Scuola" che di buono diciamocelo ha veramente poco. A dirlo sono i fatti, questo Ddl non lo vuole nessuno, neanche i precari che viste le garanzie di contratto triennale rinnovabile, da tappa buchi ab aeterno con annesso trolley nell'intero pacchetto assunzioni, preferirebbero finisse nel cestino della carta straccia o che tornasse al mittente senza alcuna modifica, perché di salvabile di questo Ddl forse c'è solo il numero con il quale viene identificato.

A nulla sono serviti, scioperi, flash mob, elezioni regionali e comunali, Renzi fa orecchie da mercante

A nulla pare siano serviti scioperi scrutini, flash mob, elezioni regionali e comunali, nonostante l'evidente perdita di voti, il Premier Renzi continua per la sua strada impedendosi di ascoltare e di prender atto che se la cosa finisse con l'approvazione del Ddl al Senato a settembre rischierebbe di perdere i capelli per le preoccupazioni. Gli insegnanti continueranno con la lotta, sono decisi, coesi e determinati.

Il Ricatto delle assunzioni

Con il suo aspetto angelico, un po' sornione Renzi ricatta, costringe a scelte veloci, organizza riunioni in tarda serata per ottenere la fiducia, afferma pubblicamente che se il Ddl non passasse, le assunzioni non potrebbero concretizzarsi; forse "ingenuamente" cerca di creare tensioni, acuendo la guerra tra poveri, ma i precari sanno che è nel loro interesse aspettare che la Comunità Europea attende le mosse di Renzi e che forse è questi chiuso nella morsa se non rispetta gli accordi e non assume al più presto.

Colpo Gobbo al Senato martedì in Commissione istruzione, urge approvare il Ddl scuola entro la prima settimana di luglio

Il Premier Renzi non molla, martedì 23 giugno nella mattinata, proporrà una soluzione di sintesi, un maxiemendamento, una sorta di super correzione al disastro annunciato.

Un atto di inaudita violenza istituzionale nei confronti del Senato che vedrebbe scippato il proprio diritto ad emendare il testo con i dovuti tempi e la dovuta cautela, vista l'importanza dell'istruzione pubblica. Rino Di Meglio del Gilda insegnanti sostiene: " La scuola non è proprietà di un partito politico, ma appartiene a tutti. Porre un voto di fiducia al Senato è un colpo di mano molto grave per questo, rivolgiamo un appello al Presidente della Repubblica affinché intervenga per impedirlo al più presto".