Con l’approvazione della L.107 / 2015, la triste storia che sta minando la Scuola pubblica da circa 4 mesi non si è conclusa, ma prosegue lasciando sempre più disorientati. Da una parte vi sono le Associazioni, Sindacati, Partiti, gruppi fb, che hanno ipotizzato un “eventuale” Referendum da realizzarsi nel 2017 o al più tardi nel 2019, dall’altra Civati PD che in alcuni momenti appare come il promotore. I dettagli e le strategie adottate da entrambe le parti.
Guelfi e Ghibellini, la storia si ripete
Attualmente la categoria docente e forse anche ata si è divisa in due gruppi, a favore o contro il Referendum, vi chiederete, perché accade ciò, proprio ora che un’eventuale azione mini seriamente il lavoro certosino del Premier Renzi?
Bene perché il panorama a conclusione della non amata riforma si è rivelato decisamente confuso: da una parte Associazioni, Sindacati, Partiti, gruppi fb, hanno ipotizzato un “eventuale” Referendum da realizzarsi nel 2017 o al più tardi nel 2019 con tempi distesi ed analisi precisa del quesito da presentare, dall’altra Civati PD in piena solitudine si è fatto promotore di un Referendum con l’abrogazione di due soli articoli, quello volto ad eliminare i super poteri del Dirigente scolastico e degli albi territoriali ed infine un gruppo di docenti, ata, genitori di Napoli e provincia, molti dei quali appartenenti al sindacato Snals decidono in un batter d’occhio di creare un Comitato, di presentare il quesito e di indire con fortissima determinazione il Referendum che a conti fatti e statistiche alla mano, dovrebbe senza problemi raggiungere le 500.000 firme.
Divide et Impera
E allora, vi chiederete dov’è il problema? Basta firmarli tutti da qualche parte si arriverà! Nulla, di fatto, invece il problema è il problema; le Associazioni, i Partiti, forti delle esperienze pregresse, insistono nell’aspettare, coinvolgono docenti ed ata arrabbiati, delusi, spingendoli ad attendere, sminuiscono l'azione del Comitato Nazionale Leadership alla Scuola promotrice del Referendum, discutendone il quesito, la sua validità che a detta di molti esperti, tra i quali Andrea Morrone Esimio Professore costituzionalista, da me personalmente contattato, afferma “potrebbe non essere accettato, ma è una personale opinione, di questo non si può avere certezza”.
Mi chiedo dunque: se come sospettato dai docenti ci fosse una macchinazione che si propone come scopo il fallimento del Referendum e la derisione e denigrazione della categoria, quale potrebbe essere? Beh! E’ ovvio dividere i docenti, questa è l’unica macchinazione plausibile, del resto da anni tutti sanno che è il tallone di Achille della categoria, perché dunque non approfittarne proprio ora che questa è confusa, arrabbiata, coinvolta emotivamente?
Quale strategia adottare?
La risposta è l’unione: firmare tutti Referendum presenti e futuri da chiunque indetti, siano essi partiti, Associazioni, Comitati e vattelappesca. La nostra firma non inficerà nessun Referendum futuro, il Referendum non si potrà più proporre solo se non si raccogliesse il Quorum al momento del voto. Se una macchinazione c’è, la strategia più idonea da adottare è quella dell'unione delle coscienze, della determinazione degli intenti, della penna sul foglio; la forza è la nostra categoria e la scuola, con tutti i suoi partecipanti anche i genitori ed i loro figli, ricordiamoci che il 5 Maggio siamo scesi in Piazza, abbiamo svuotato le scuole e fatto capire che la scuola siamo noi, questo conta il “NOI”!