Per Renzi sembra sia davvero arrivato il momento di 'dare la colpa a qualcuno', visto che gli ultimissimi sondaggi politici condannano il Partito Democratico ad un crollo verticale nei consensi elettorali.

Il sondaggio della Demos, pubblicato sabato scorso sul quotidiano 'Repubblica', parlava di un Pd al 32,2 per cento e un Movimento Cinque Stelle in forte risalita, al 26,1 per cento.

La tendenza negativa è stata confermata anche da Ipsos di Nando Pagnoncelli che concede a Renzi e ai dem il 31,5 per cento contro il 27,5 dei 'grillini' e il 14,7 della Lega di Salvini.

I pericoli maggiori, però, vengono dalle simulazioni di voto, perchè in caso di ballottaggio sarebbe una bella lotta PD-Movimento 5 Stelle (51,2 contro 48,8 per cento) ma potremmo assistere addirittura ad una sconfitta della sinistra di fronte ad un centrodestra idealmente composto da Forza Italia, Lega e Fratelli d'Italia (53,5 per cento contro il 46,5).

Se poi consideriamo il cosiddetto 'voto incrociato', in una sfida diretta PD-M5S, la maggioranza degli elettori della Lega (il 55 per cento) darebbe il proprio sostegno al partito di Beppe Grillo, mentre solamente l'otto per cento voterebbe per Renzi: un ulteriore conferma di 'punti di contatto' tra grillini e leghisti.

Renzi, sondaggi politici e PD a picco: colpa soprattutto della scuola

Insomma, Renzi, con il passare dei giorni, sembra più che mai un uomo solo al comando: ecco perchè non sarà il caso di 'scherzare con il fuoco'. Gli ultimi sondaggi politici dimostrano chiaramente come il capo dell'esecutivo stia 'pagando' lo scotto delle riforme, in particolar modo quella sulla Scuola, dove gli insegnanti hanno 'punito' il comportamento di Renzi, definito 'dittatoriale ed intimidatorio'

I voti persi alle regionali e alle comunali sono stati la chiara dimostrazione che i docenti 'hanno fregato il leader del Partito Democratico', come ha sottolineato, pochi giorni fa, il governatore della regione Puglia, Michele Emiliano. 

La fiducia sul disegno di legge 'Buona Scuola', in Senato resta un'ipotesi più che probabile, ma le parole pronunciate ieri dal ministro per le Riforme, Maria Elena Boschi sono emblematiche: 'È prematuro, per la riforma della scuola, parlare di un ricorso alla fiducia anche se sono convinta che l'approvazione della legge arriverà in tempi rapidi così che potremo avviare le assunzioni già da settembre'.