'Sarebbero guai per il Pd' se il Governatore della Regione Sicilia, Rosario Crocetta, cominciasse a raccontare la verità. Lo ha dichiarato lui stesso, attaccando il partito democratico che intende sfiduciarlo. Tra gli argomenti, la possibile caduta della Giunta nello scandalo, le pretese di seguito alle elezioni su chi 'promuovere' e 'infilare' al governo, essere il primo tra i democratici, il non aver mai potuto parlare con il Premier, più volte negandosi anche al telefono. Crocetta però non ha parole dure solo per il Pd, ma anche per altri protagonisti del Governo che 'intendono rubargli la poltrona'.

Potrebbero dunque essere le Regioni il nuovo problema del Pd e del premier Renzi?



Le dure dichiarazioni di Crocetta che metterebbero 'nei guai il Pd'
- Certo, non si può dire che siano complete le dichiarazioni del Governatore della Regione Sicilia, il quale porta avanti solo delle mezze frasi, ma che premette potrebbero essere solo l'inizio, un inizio 'del cantare', che metterebbe in seri guai il partito democratico e i suoi militanti. Crocetta ha ricordato che a seguito della sua vittoria alle elezioni, aveva avuto delle richieste di 'inserimento in Giunta' per la figura di Vladimiro Crisafulli, noto anche come Mirello, e uno dei candidati nella 'liste degli impresentabili'. Saltano però altri nomi come quello di Francesco Rinaldi, noto Franco, e Francantonio Genovese indagati per truffa, peculato, associazione a delinquere, per non dimenticare lo scandalo sulla formazione professione regionale in Sicilia, ricordata da Crocetta come l'ennesima 'truffa' ai danni dei cittadini.

I fondi regionali veni infatti utilizzati per viaggi, regali, escort. Il Governatore siciliano ammette di aver fatto la mossa giusta nel distaccarsi di tali faccende che 'se avesse dato retta al Pd' avrebbero travolta l'intera Giunta della Regione Sicilia in un imbarazzante giudiziario e 'sarebbe durata sei mesi', conclude Crocetta, indicando queste come cause prime del disagio e 'astio' con il partito democratico.

Il futuro del Presidente siciliano è incerto, è vero, ma lo stesso Crocetta sembra sicuro che nel caso in cui si dovesse tornare alle urne, non sarà certo il Pd a vincere, forte anche del fatto che i consiglieri saranno in numero di 70, ovvero 20 in meno, e non sarà certo la sua Giunta a cadere.



La ricerca della poltrona
- Pare dunque non arrendersi anche di fronte a un possibile ritorno al voto, convinto che sarà il M5S o la destra a vincere, non avendo nemmeno un pensiero per la vittoria del Pd.

Secondo Crocetta tutti aspirano al prendere il suo posto, come la chiama lui 'seggiola' o 'poltrona' facendo il nome di Faraone, in quanto da Roma non accettano che un Governatore lavori in autonomia e che sia stato eletto dai siciliani. Non perde tempo inoltre per lanciare una frecciatina al premier Matteo Renzi, accusandolo di non aver mai scambiato con lui nemmeno una parola e, ancora peggio, di aver delegato le conversazioni a qualcun altro del Pd. Le dichiarazioni del Presidente della Sicilia sono state accolte da tutti con attenzione dal Pd, seppur con una certa nota di disagio verso alcuni nomi fatti da Crocetta. Le accuse di un possibile scandalo avviate dalle sue parole o dalle sue confessioni non certo destano però timori all'interno del Pd, che non si illude di non dover più sentir parlare il Governatore siciliano. Intanto manca solo una settimana alla decisione del Tar del Piemonte che farà chiarezza definitiva sul Governo della Regione Siciliana.