Stefania Giannini, ministro dell’Istruzione, mette i puntini sulle i in merito alla “teoria gender” che viene sempre più usata come spauracchio da quanti non vogliono che la Scuola sia un luogo di formazione ugualitaria per tutti. Parlando a Radio 24, Stefania Giannini non ha avuto mezzi termini e ha detto che chi continua a parlare di teoria gender in riferimento alla “buona scuola” del Governo Renzi, compie una vera e propria truffa culturale. Per questo il ministro ha fatto sapere che se non si smette il Governo si tutelerà con tutti gli strumenti a propria disposizione, anche ricorrendo a vie legali.
Inoltre, ha annunciato che il Capo Dipartimento sta inviando una lettera circolare rivolta a tutti i dirigenti scolastici in cui si chiarisce la questione, si spera una volta per tutte, e si preannunciano misure contro chi continuerà a parlare di “teoria gender”.
Secondo la professoressa Stefania Giannini la legge della “buona scuola” introduce il principio di sensibilizzazione nelle scuole, educando alla parità tra i sessi, educazione tanto necessaria in una società come la nostra in cui la condizione delle donne è troppo spesso subordinata a quella degli uomini e una prevenzione della violenza di genere è quanto mai urgente. Il tanto vituperato “comma 16” della legge sulla buona scuola vuole solo introdurre il principio della non discriminazione di qualunque tipo, educando alla tolleranza e all’accoglienza.
E la scuola in questi ambiti deve essere al primo posto. In tali termini si era espresso nei giorni scorsi anche Davide Faraone, sottosegretario del Miur.
La cosiddetta teoria gender
Purtroppo sappiamo bene che una errata concezione della terminologia (nessuno studio scientifico ha mai parlato di “teoria gender” che è solo un’errata e scriteriata unione di due questioni diverse – gender studies e queer theory) ha portato in molti a immaginare chissà quali scenari apocalittici nelle scuole italiane quando invece, come giustamente sottolinea il ministro Stefania Giannini, si vuole solo educare a non discriminare.
È preoccupante che diverse persone, non riflettendo minimamente su quanto “si dice”, vogliano perpetuare una situazione culturale che vuole che le donne siano sempre sottomesse e facciano i lavori di casa e gli uomini, invece, siano coloro che portano avanti la famiglia e la società.