La stepchild adoption, che in italiano si potrebbe tradurre con “adozione del figliastro”, è al centro del dibattito italiano a seguito del disegno di legge sulle unioni civili proposto dal Partito Democratico, il ddl Cirinnà Bis. La prospettiva di dare a coppie dello stesso sesso la possibilità di adottare il figlio del partner ha scaldato gli animi delle frange conservatrici di tutti gli schieramenti politici, mettendo a rischio l’approvazione del testo. Nel tentativo di uscire dallo stallo in cui è rimasta impantanata la maggioranza, alcuni parlamentari Pd hanno presentato un emendamento che sostituisce il termine “adozione” con quello di “affido rafforzato”.
Questo gioco semantico si tradurrebbe in una legge con piccoli, ma sostanziali cambiamenti: secondo il testo dell’emendamento il partner diventerebbe affidatario del bambino e svolgerebbe tutte le funzioni genitoriali, senza però assumere il ruolo di madre o padre. In questo caso il partner affidatario potrebbe diventare genitore adottivo solo in caso di morte dell’altro partner.
Come funziona nel resto d’Europa
Nel resto d’Europa, molti degli Stati membri prevedono sia le unioni civili che forme di adozione da parte di coppie gay. Il primo Paese a legalizzare l’adozione congiunta di minori è stata l’Olanda, che nel 2001 ha riformato il codice civile aprendo la strada alle nozze tra coppie dello stesso sesso.
Anche la Spagna, sotto la guida del socialista Zapatero, ha cambiato il codice civile nel 2005 rendendo legali le adozioni da parte di coppie omosessuali – anche se non sposate - e i matrimoni tra persone dello stesso sesso. Anche in Svezia, a partire dal 2003, le coppie di fatto possono adottare minori in modo congiunto. Il matrimonio gay è stato introdotto 6 anni più tradi e ha avuto anche il consenso della chiesa luterana svedese.
Islanda, Danimarca e Belgio hanno legalizzato le adozioni gay nel 2006, mentre la Norvegia lo ha fatto nel 2009. Oslo ha anche introdotto la possibilità per le coppie omosessuali di accedere alla fecondazione assistita. Per quanto riguarda l’Inghilterra, le adozioni gay hanno avuto un percorso più tortuoso: nel 2002, con “l’Adoption and Children Act”, le coppie omosessuali hanno ottenuto il diritto all’adozione, sebbene i bambini risultassero figli di un solo genitore single.
La legislazione è cambiata nel 2013, quando l’Inghilterra ha deciso di legalizzare i matrimoni gay. Scozia e Irlanda del Nord hanno seguito le orme dell’Inghilterra rispettivamente nel 2006 e nel 2013. La Francia ha autorizzato le adozioni gay nel 2013, mentre Finlandia, Malta e Lussemburgo lo hanno fatto nel 2014. Per quanto riguarda Irlanda e Slovenia, invece, sia il matrimonio che le adozioni da parte di coppie dello stesso sesso sono stati introdotti l’anno scorso.
In Paesi come la Germania e l’Estonia non c’è la possibilità dell’adozione congiunta, ma è stata approvata la stepchild adoption. In Croazia esiste invece il meccanismo di “Partner guardianship”, secondo il quale un genitore non biologico all’interno di un’unione civile può acquisire responsibilità genitoriali temporanee o permanenti. Situazione diversa in Svizzera, Ungheria e Repubblica Ceca, dove le unioni civili tra omosessuali sono legali, ma non hanno possibilità di adottare bambini