Prosegue la nostra serie di incontri con i candidati sindaco che a Cagliari, fra poco meno di 3 mesi, si contenderanno la poltrona di primo cittadino. Oggi conosceremoEnrico Lobina, 37 anni consigliere comunale uscente, dipendente regionale ed esperto di diritto internazionale e comunitario, che presenta il suo progetto Cagliari Città Capitale.L'intervista approfondita e articolata verrà suddivisa in due articoli, con un ulteriore video, che riassumerà più celermente le linee guida del programma elettorale.
Dalla Federazione della Sinistra a Sardegna Sovrana
"Non sono più in maggioranza perché il sindaco Zedda non ha rispettato il patto programmatico che avevamo siglato nel 2011. Mi sento però il continuatore naturale del meglio della scorsa campagna elettorale e assieme al nostro nuovo progetto politico vogliamo continuare tutto il lavoro positivo che finora è stato fatto. Nel febbraio del 2013 abbiamo presentato alla stampa un documento in cui lamentavamo le troppe disattenzioni del primo cittadino rispetto ai problemi economici e sociali che interessano i precari di ogni ordine e grado: studenti, disoccupati, anziani, vecchi e nuovi poveri. Tutte queste mancate risposte mi hanno portato nel novembre del 2014 a fuoriuscire dalla maggioranza e a costituire il gruppo consiliare Sardegna Sovrana.
Il passo successivo è stato quello di sviluppareuno spazio politico completamente diverso, alternativo al centrodestra e al centrosinistra e che abbiamo chiamatoCagliari Città Capitale. Noisiamo una coalizione civica che non ha 'carrozzoni partitici' alle spalle: le nostre risorse sono i cagliaritani e le cagliaritane e su ogni singola questione che attiene l'amministrazione della città abbiamo proposte fattibili, che possono farci risalire dal declino economico che ha conosciuto e che ha continuato a conoscere in questi 5 anni".
Cagliari Città Capitale e l'area metropolitana
"Dal giorno dopo la vittoria alle elezioni, noi dobbiamo portare avanti progetti di governo che puntino ad una riconversione economica della città. Immaginiamo tanti progetti di sviluppo capaci di creare lavoro. L'istituzione della zona franca urbana e doganale potrebbe creare occupazione per almeno 50 persone.
Ancora: nello stagno di Santa Gilla nel 2004 ci lavoravano circa 400 persone, oggi sono solo 100. Esistono decine di progetti di sviluppo locale che partono dal territorio, da quello che già esiste e che possono creare ognuno fra i 10 e i 50 posti di lavoro che messi assieme farebbero rinascere la città e la Sardegna intera, perché la demografia ci dice che noi nel 2050 avremo una popolazione di 1,3 milioni di abitanti tutti vecchi. Vogliamo queste politiche o invece vogliamo un'altra isola?"
"Noi siamo gli unici che dicono che il sindaco dell’area metropolitana deve essere eletto dal popolo. Non è pensabile che i cittadini di Quartu, Quartucciu, Uta, non possano decidere chi sarà l'amministratore dell’area vasta.
Il sindaco metropolitano deve avere visione e capacità di guardare a tutti i 17 comuni e ai 450000 abitanti che la compongono. La discarica di Uta si trova nel territorio gestito dal consorzio industriale, il CACIP. Massimo Zedda, nonostante il parere contrario del consiglio comunale e di tutti gli Utesi, è a favore della discarica. Come può un sindaco dell’area metropolitana comportarsi così? Questa non è democrazia".
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