Gonfia il petto Matteo Renzi e ne ha tutti i motivi. Su questa riforma era in gioco buona parte di credibilità del suo esecutivo. "Ha vinto la democrazia - ha detto il premier - e la politica ha dimostrato serietà. La riforma consente maggiore chiarezza nei rapporti tra il Governoi centrale e le Regioni, credo sia un passo avanti per la credibilità delle istituzioni. L'Italia diventa il Paese più stabile d'Europa". Maria Elena Boschi ha messo la firma in calce su questa riforma, la sua soddisfazione è immensa. "Semplicemente, un risultato storico", ha dichiarato.

Moderata soddisfazione invece da parte della minoranza del PD che ha votato a favore esprimendo alcune "riserve". "La bocciatura del testo - ha sottolineato Gianni Cuperlo - avrebbe provocato la frattura definitiva tra le istituzioni e l'opinione pubblica". Per il Governo Renzi in effetti sarebbe stata una vera Caporetto.

Le opposizioni lasciano l'aula

Tra gli scranni dell'opposizione, assenti "giustificati" i deputati del Movimento 5 Stelle che non hanno partecipato al voto ma sono andati a Milano per rendere l'ultimo omaggio a Gianroberto Casaleggio, fondatore del movimento insieme a Beppe Grillo. I deputati della Lega Nord sono stati tra i primi ad abbandonare l'aula, non hanno preso parte al voto nè Forza Italia, nè Sinistra Italiana.

Il capogruppo forzista alla Camera, Renato Brunetta, ha definito la riforma "una congiura di palazzo". Per Silvio Berlusconi la Costituzione andava cambiata ma "bisognava farlo tutti insieme". Senza mezze misure, come suo costume, il segretario leghista Matteo Salvini che su Twitter ha definito la riforma "una vittoria di Napolitano. Bella schifezza".