Era nata a Castelfranco Veneto il 25 marzo del 1927 dove oggi ha lasciato il mondo terreno, 89 anni dopo. Tina Anselmi fu la prima donna ad aver ricoperto una carica da ministro della Repubblica; il suo mandato fu nel dicastero del Lavoro e della Previdenza Sociale, sotto il governo Giulio Andreotti III, durò dal 29 luglio del 1976 all’11 marzo del 1978.

Cresciuta in una famiglia semplice e cattolica; la madre casalinga e titolare di un’osteria, il padre invece era aiuto farmacista di ispirazione filosofica socialista, per questo, in seguito perseguitato dai fascisti.

Frequentò il ginnasio nella sua città natale, poi le magistrali a Bassano del Grappa. Nella città degli alpini, il 26 settembre del 1944 fu costretta dalle truppe di occupazione ad assistere all’impiccagione di un gruppo di trentuno prigionieri per una rappresaglia. Questo tragico episodio le dette la forza di entrare nel movimento partigiano dentro il quale prese il nome di ‘Gabriella’ ed il ruolo di staffetta della brigata Cesare Battisti.

Dal 1944 fu iscritta alla Democrazia Cristiana nella quale era politicamente attiva e dopo la fine della guerra si laureò in Lettere alla Cattolica di Milano. Questo titolo di studio le consentì di ricoprire il ruolo di maestra elementare. In quegli stessi anni iniziò l’attività sindacale con la CGIL e poi nel 1950 con la CISL.

A cavallo fra gli anni ‘50 ed i ‘60 fece parte dei giovani della DC e dal 1968 al 1992 fu deputata. La Anselmi è sempre stata molto attiva sul fronte famiglia, affari sociali e donna; a lei è dovuta la legge 903 sulle pari opportunità del 9 dicembre del 1977. Fece parte anche della Commissione d’inchiesta sulla loggia massonica P2, durante l’VIII legislatura, dal 1981 al 1985.

Nei decenni fu presa diverse volte in considerazione come possibile Presidente della Repubblica richieste alle quali si oppose. Ottiene il 18 giugno del 1998 il Cavalierato di gran croce dell’Ordine al merito della Repubblica italiana e nel 2008 il Premio Articolo 3 per la vita partigiana, politica e sociale. Numerose le reazioni di cordoglio del mondo politico.