Una proposta che arriva come un botto di fine anno. E che rischia di innescare un dibattito politico degno di nota a livello regionale e nazionale. A lanciarla è stato il Comitato Consumatori del Lazio con il referente per il litorale a nord di Roma, Angeli Bernabei. Che ha chiesto l'intervento diretto del governatore del Lazio, Nicola Zingaretti, per cancellare quello che viene unanimemente considerato dagli italiani un odioso balzello.

Parliamo della tassa di circolazione automobilistica, che molti governi hanno promesso di annullare, ma che da sempre costa fior di quattrini agli utenti della strada italiani.

Il bollo auto, come è notoriamente conosciuto, è finito nel mirino del Comitato Consumatori del Lazio che ne ha proposto l'archiviazione definitiva da parte della Regione Lazio. A seguire poi anche gli altri governatori italiani potrebbero prendere come modello la Giunta della Pisana.

'E' un balzello tra i più odiosi per gli italiani'

“Una delle tasse più odiate dai cittadini – ha detto alla stampa il coordinatore Angelo Bernabei – è sicuramente il bollo automobilistico. Un balzello obsoleto, che ogni anno costa centinaia di euro ai contribuenti, a fronte spesso di un utilizzo del denaro poco produttivo. E' noto che le strade di tantissime città italiane sono colabrodo, nelle grandi metropoli come Roma la rete viaria assomiglia un colabrodo.

Si capisce come i fiumi di denaro pagati dai contribuenti con il bollo auto spesso restino come fossero a fondo perduto. Il Comitato Consumatori chiede ufficialmente al presidente regionale Nicola Zingaretti di abolire nel 2017 la tassa automobilistica, venendo incontro alle esigenze di bilancio delle famiglie del Lazio, già vessate da troppi balzelli.

Chiediamo anche alle amministrazioni comunali di tutte le città del Lazio di affiancare questa battaglia sociale.

E speriamo che il governatore Zingaretti possa accogliere questa istanza che nasce dal popolo e che permetterebbe ai nuclei familiari di alleviare i disagi provocati dalle troppe tasse che riducono al minimo gli stipendi.