Tra gli effetti collaterali della Brexit anche quello di riaccendere un conflitto che ha insanguinato l'Irlanda del Nord. A prospettare questa ipotesi poco felice è Gerry Adams, leader storico di Sinn Féin, il partito dei cattolici dell'Ulster che ha palesato detto rischio nel corso di un intervento pubblico tenuto a Dublino. Perché in fin dei conti, nonostante la volontà dei votanti del Regno Unito si sia espressa in favore del 'leave', la maggioranza dei nordirlandesi ha scelto di restare in Europa. Se il governo britannico non tiene conto di questo aspetto, la sua azione potrebbe essere considerata "ostile" a Belfast e dintorni, a tal punto da mettere a repentaglio gli 'accordi del Venerdì Santo' che nel 1998 posero fine a "The Troubles", la guerra civile nordirlandese che tra la fine degli anni '60 e gli anni '90 causò oltre 3.000 vittime.

Uno statuto speciale per l'Irlanda del Nord

A preoccupare Gerry Adams è stato l'ultimo discorso del premier, Theresa May. Negli accordi citati, infatti, una parte riguarda i diritti umani. "Questa parte viene ora minacciata - sottolinea Adams - perché la Gran Bretagna si è impegnata ad uscire dalla convenzione europea sui diritti umani". La questione potrebbe essere risolta a monte creando uno statuto speciale per i cittadini dell'UIster. Un obiettivo che dovrà essere prioritario per il governo irlandese di Dublino. "Questo in sede di negoziati UE, quelli che determineranno la fuoriuscita della Gran Bretagna dall'Unione - spiega Adams - perché, in base all'accordo attualmente in atto, i cittadini dell'Ulster sono cittadini irlandesi e, pertanto, cittadini dell'UE".