La guerra istituzionale tra il nuovo leader della Casa Bianca e le proprie Intelligence deve finire. Donald Trump ha bisogno del pieno apporto dei servizi segreti che, ad onor del vero, gli hanno remato contro in questo arco di tempo trascorso tra la sua elezione e l'insediamento ufficiale avvenuto il 20 gennaio. La CIA ed altri servizi addetti alla sicurezza del Paese hanno parlato senza mezzi termini delle interferenze russe sulle elezioni presidenziali dello scorso 8 novembre. La risposta di Trump è stata aspra ma adesso è il momento di ricucire lo strappo.
La presidenza del magnate newyorkese pertanto ha preso il via, dal punto di vista ufficiale, con la visita a Langley, sede centrale della CIA
'Il vero nemico è il terrorismo islamico'
Nessun riferimento particolare al "Russia Gate", perché per Donald Trump, la Russia di Putin non è un nemico. "Il nemico - ha detto il presidente degli Stati Uniti, rivolto allo staff della CIA - è il terrorismo islamico che deve essere sradicato. Non c'è nessuno - ha sottolineato - che si senta più forte sulla comunità dell'intelligenze e la CIA di Donald Trump. Io vi voglio bene, vi rispetto e non c'è nessuno che io rispetti di più dello staff della CIA. Io sono con voi al mille per mille". Ha poi parlato della scelta di Mike Pompeo come capo della CIA, definendola "la mia scelta più importante".
Intanto, dal Cremlino, Vladimir Putin ha smentito l'ipotesi di un incontro con Donald Trump nelle prossime settimane. "Non accadrà - ha detto il portavoce di Putin, Dmitri Peskov - ma il presidente Vladimir Putin è comunque pronto ad incontrare il presidente degli Stati Uniti, Donald Trump - e ci auguriamo che possa avvenire nei prossimi mesi".