Nel pomeriggio di ieri 25 Gennaio, la Corte Costituzionale ha espresso il suo verdetto e ha modificato la legge elettorale, l'Italicum tanto caro a Renzi, trasformandolo in una legge di impianto proporzionale ma con il premio di maggioranza. Via il ballottaggio, restano le pluricandidature dei capi lista, ma la scelta finale del collegio in cui si viene eletti è affidata ad un sorteggio. È questo l'Italicum riscritto dalla Consulta che, in attesa delle motivazioni della sentenza che verranno depositate entro la fine di febbraio, lascia in campo una legge immediatamente applicabile

Come avverrebbero oggi le elezioni?

Se il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, decidesse domani di sciogliere le camere si potrebbe andare alle urne subito, ma con quali norme?

Per la Camera, dunque, il sistema proporzionale con premio di maggioranza alla lista che supera il quaranta percento dei voti; per il Senato, come prevede il cosiddetto Consultellum, il sistema proporzionale senza premio. La sentenza della consulta sulll'Italicum non interviene sui cento capilista bloccati scelti dai partiti; il resto dei candidati saranno scelti con le preferenze con l'alternanza di genere fino ad un massimo di due, per il Senato invece una sola preferenza. Entreranno a Montecitorio solo i partiti che supereranno lo sbarramento del 3%, mentre a Palazzo Madama si entrerà con una soglia dell'8% su base regionale per la lista (3% se la lista è in una coalizione) o del 20% per le coalizioni.

Le reazioni dei partiti

Per il Partito Democratico, a questo punto, la strada da seguire è quella di aprire una rapida trattativa con le altre forze politiche sulla proposta del Mattarellum e, se l'esito non sarà costruttivo, ritornare alle urne senza ulteriori perdite di tempo, con una legge sostanzialmente omogenea e subito applicabile.

Ufficialmente il PD non gioisce anche se la sentenza della consulta sembra essere favorevole a Matteo Renzi che, ritornando da protagonista nel panorama politico dopo le dimissioni del 4 Dicembre scorso, deciderà i nomi dei capilista bloccati; tramonta invece il ballottaggio, che secondo l'ex Premier avrebbe garantito stabilità e la certezza di governabilità del paese; ma la partita è ancora tutta da giocare.

Nel frattempo su questa ripartenza del PD la minoranza frena; Bersani rivendica la sua contrarietà all'Italicum fin dalle origini, ricorda lo strappo che si consumò a colpi di fiducia e afferma di dare priorità ai problemi del paese e Roberto Speranza conferma la sua candidatura alle primarie del PD.

Ha fretta di andare alle urne Matteo Salvini che però non esclude un rapido confronto della durata massima di un paio di settimane mentre il MoVimento Cinque Stelle e Fratelli d'Italia vogliono votare subito.

Forza Italia, al contrario, chiede di aspettare le motivazioni della sentenza della consulta per elaborare una legge elettorale più omogenea fra Camera e Senato. Impossibile andare al voto con due leggi elettorali diverse, secondo Area Popolare, che chiederà l'immediata calendarizzazione della legge in parlamento.