Non solo brutte notizie e dissidi si muovono intorno all’operato di Virginia Raggi. Mentre Marra rimane in galera e i pm proseguono le indagini sull’ex dipendente del Campidoglio, la sindaca di Roma si muove verso l’approvazione bis del bilancio. Dopo la bocciatura precedente da parte della Consulta, i Cinque stelle a Roma puntano a presentare il nuovo bilancio entro fine mese, inserendovi nuovi fondi reperiti, per una somma di 81 milioni di euro, ed un piano di investimento che riguarda, principalmente, i settori di scuola e trasporti.

81 milioni di capitale reperito

Partiamo dal capitale messo a bilancio dal Comune di Roma: 81 milioni, appunto. Gran parte di questi, 28 milioni, arriva dal capitale non speso per il Giubileo. Altri 18 milioni sono lo stesso tesoretto già inserito nel bilancio precedentemente bocciato, altri ancora arrivano dai dividendi di Acea. Una somma ulteriore di 5 milioni è arrivata dai municipi di Roma I e II, amministrati dal Partito Democratico, derivanti dalle entrate per i diritti di segreteria e per i canoni di occupazione di suolo pubblico. Una somma che i municipi non avevano contabilizzato in occasione del precedente bilancio. Ci sono poi 4,5 milioni che erano stati destinati (erroneamente, dicono dalle fila Pd) al gabinetto della Raggi, per poi essere tolti successivamente.

I fondi reperiti e messi a bilancio saranno investiti, in gran parte, in settori come la scuola, il verde e il trasporto pubblico. Oltre a questi, un ulteriore piano di investimenti da 110 milioni riguarderà l’acquisto di nuovi bus (20 milioni) e nuovi parcheggi di scambio (altri 20 milioni). 17 milioni saranno spesi invece per interventi di dissesto idrogeologico ed edilizia scolastica.

L’Imu sugli immobili della Chiesa

Un ultimo punto molto caldo e frutto di acceso dibattito sono i soldi che potrebbero derivare dal gettito Imu applicato agli immobili di cui è proprietaria la Chiesa. L’assessore Andrea Mazzillo ha spiegato che si è avviato un dialogo tra la Raggi e il Vaticano per far pagare le tasse agli immobili commerciali posseduti dalla Chiesa. Un totale di oltre 300 edifici che porterebbe a diverse decine di milioni in più di entrate al Campidoglio, anche se ancora si tratta di una trattativa ai suoi primi passi.