Fino a pochi anni fa sarebbe stato impensabile: il leader di un partito politico nazionale, con ambizioni di governo, non è preoccupato da chi desidererebbe un nuovo mussolini al potere in italia. Matteo Salvini, durante la trasmissione "Agorà-Duemiladiciassette", in prima serata su Rai Tre, a fronte del conduttore che gli chiedeva se non lo turbasse il fatto che molta gente si direbbe disposta a votare un neo-duce, ha candidamente risposto: "Capisco chi la pensa così e non mi spaventa. Mi spaventa di più se mi metto nei panni di Letta, Monti, Gentiloni e Boldrini che non facendo nulla incentivano queste reazioni".
Posizioni politiche sempre più preoccupanti
L'affermazione "choc" del segretario leghista è sintomatica dei tempi in cui viviamo e della brutta aria che tira in Europa. Posizioni politiche un tempo considerate estranee al dibattito civile stanno emergendo prepotentemente come legittime opinioni, mentre movimenti nazionalisti e populisti acquisiscono sempre più consenso e legittimazione. Recentemente CasaPound Italia, l'organizzazione di estrema destra italiana più popolare del momento, ha dichiarato di aver tesserato quasi 6000 nuovi iscritti in 48 ore durante la loro annuale "festa del tesseramento". Anche in Germania le autorità si sono dette preoccupate della crescita dei movimenti neonazisti, che arriverebbero a contare circa 23000 individui (senza considerare i simpatizzanti).
Umberto Eco e l'Ur-Fascismo
Le caratteristiche del loro modo di pensare sono ben evidenti: esaltazione dell'uomo forte al comando (personificato da Putin, Assad ed ora anche Trump), totale disprezzo per i diritti umani, pretesa di rappresentare le istanze popolari della maggioranza "silenziosa" e "incazzata" e profondo odio verso le istituzioni democratiche (nazionali e sovranazionali), considerate corrotte e decadenti.
Si tratta di ciò che Umberto Eco definiva "ur-fascismo", il fascismo che va oltre il regime del ventennio, una mentalità violenta e totalizzante che periodicamente, ma specialmente nei periodi di crisi ideologica ed economica, ricorre nella storia umana (facendo danni, in genere). E dunque oggi ci troviamo di fronte ad una serie di partiti e organizzazioni che si definiscono "sovranisti", "antimondialisti", "tradizionalisti", esaltati dagli eventi geopolitici degli ultimi anni (crescita del peso internazionale della Russia, vittoria della Brexit, elezione di Donald Trump), pronti a rinnegare i valori della cultura europea e disposti, non solo a giustificare, ma anche ad auspicare la venuta di un novello Mussolini.
Ed essi, giorno dopo giorno, incrementano i loro consensi tra persone di tutte le età e di ogni classe sociale. Riusciranno le forze democratiche a fare autocritica degli errori passati, a rinnovarsi e ad arginare questa deriva? In questa domanda è racchiuso il nostro futuro.