Sono stati anni di lotta e di dolore quelli affrontati dalla famiglia di ilaria alpi, dopo la sua uccisione a Mogadiscio, il 20 Marzo del 1994, insieme al collega, operatore televisivo, Miran Hrovatin. Anni di omissioni, depistaggi, occultamento della verità, condanne di persone innocenti. Il somalo Omar Hasci Hassan ha pagato con 17 anni di carcere la macchina delle menzogne ordita contro di lui da un suo connazionale, è stato un povero capro espiatorio per mettere tutto a tacere. Ma alla sua colpevolezza la famiglia Alpi non ha mai creduto e si è battuta come parte civile, proprio per riconoscere la sua innocenza.

Dopo la morte del padre della Alpi, è rimasta solo Luciana, la madre, già molto stanca nonostante la scarcerazione di Hassan: "sono sola dopo aver perso mio marito e non sto neanche bene. Personalmente ho l'impressione che gli inquirenti non siano mai stati interessati a scoprire la verità".

La verità e la giustizia negata

Torna a parlare proprio in questi giorni la madre della Alpi, la signora Luciana, a ridosso di un 20 Marzo che segna anni duri tra tribunali, processi, mancata giustizia e verità. Una dichiarazione d'arresa di fronte a questa non-volontà giuridica e politica di fare luce e chiarezza sulla morte dei due giornalisti: "ho deciso d'astenermi d'ora in avanti dal frequentare uffici giudiziari e dal promuovere nuove iniziative.

Con il cuore pieno di amarezza come madre e come cittadina ho dovuto assistere alla prova di incapacità data, senza vergogna, per ben ventitré anni dalla Giustizia italiana e dai suoi responsabili davanti alla spietata esecuzione di mia figlia Ilaria e del suo collega Miran Hrovotin. Non verrà però meno la mia vigilanza contro ogni tentativo di occultamento" afferma Luciana e prosegue "al dolore si è aggiunta l'umiliazione di formali ossequi da chi ha operato sistematicamente per occultare la verità e i traffici illeciti".

Una dichiarazione che esprime tutta la sfiducia e la stanchezza di una madre e di una cittadina che si è battuta tenacemente per cercare la verità e per aver giustizia. Una verità che forse non sapremo mai. I cui veri responsabili non saranno mai né processati né condannati. In un paese come affermava lo scrittore Pier Paolo Pasolini: "gattopardesco, dove tutto cambia per restare com'è".