Oggi, 26 maggio, prenderà il via il 43° G7 di Taormina in Sicilia con quattro debuttanti: Gentiloni, Macron, Trump e May. Al centro dei colloqui dei leader delle sette maggiori economie mondiali, la lotta al terrorismo, il clima e la questione del commercio internazionale. Il nodo più complesso da sciogliere sembra quello legato all'ambiente.

In seguito all'attentato di Manchester, al centro del summit ci sarà anche e soprattutto la lotta al terrorismo internazionale, trattato anche ieri in occasione del vertice NATO di Bruxelles. Era il primo vertice dell'Alleanza Atlantica della nuova sede, inaugurata proprio ieri e anche il primo del Presidente americano, Donald Trump.

E proprio a proposito di terrorismo il Segretario Generale NATO Stoltemberg aveva anticipato l'ingresso della NATO nella coalizione "anti ISIS", attraverso il coordinamento di una nuova struttura dell'Intelligence internazionale contro il "terrore".

Poi la scena è stata rubata dal Presidente Trump che, come prevedibile visto che sul tema aveva ripetutamente insistito nel corso di questi mesi, ha pesantemente battuto cassa con gli alleati che non contribuiscono al bilancio della NATO come dovrebbero e spendono meno del target del 2%. "Sono stato molto diretto con i membri NATO", ha attaccato Trump, "finalmente devono contribuire nel modo giusto e nella quota giusta, rispettando gli oneri finanziari, ma 23 paesi su 28 ancora non lo fanno".

Eccola in sostanza la NATO ai tempi di Donald Trump "gli Stati Uniti sono stufi di pagare per tutti" la sua dottrina.

Da parte loro gli alleati hanno provato a fare "buon viso al cattivo gioco" a cominciare dal Premier italiano Gentiloni, il quale ha rassicurato Trump, circa l'impegno nel portare al 2% del Pil il proprio contributo al bilancio NATO entro il 2024.

Ma gli ha anche ricordato come l'Italia sia, in termini assoluti, il quinto contributore con quasi 20 miliardi di euro l'anno. Altro argomento scottante del summit di Taormina sarà il rapporto con la Russia, non solo con gli Stati Uniti dopo lo scandalo Russiagate, ma anche con l'Europa, come ha ammesso lo stesso Presidente del Consiglio europeo Tusk insieme a quello della Commissione Juncker, i quali hanno definito "più profondo" il rapporto tra Europa e Russia, la quale, una volta si associavaagli incontri, è assente dal 2014, quando fu stata sospesa per l'intervento in Crimea.