Un anno senza Pannella (1930-2016). Un lasso di tempo in cui riaffiorano tutti i ricordi legati ad un uomo che si è speso, anima e corpo, per le battaglie sui diritti civili. Per oltre mezzo secolo il suo nome è stato indissolubilmente legato a quello del partito radicale italiano, fondato nel 1955 insieme a Ernesto Rossi, Gaetano Salvemini, Leo Valiani, Mario Pannunzio ed Eugenio Scalfari. Nel corso degli anni, se il suo volto è sempre stato associato alle lotte per la conquista di diritti civili, molti dei quali contro tendenza e contro costume, nell'immaginario collettivo anche il suo corpo, attraverso scioperi della fame e della sete, è stato visto come strumento attivo per quegli atti di disobbedienza civile, quasi sempre invisi ai benpensanti.

All'università si forma sui testi di Benedetto Croce ed è attivo nei movimenti studenteschi liberali. Dopo la laurea in giurisprudenza (1955), è corrispondente da Parigi per "Il Giorno". Nel 1968 viene arrestato a Sofia per aver distribuito volantini di condanna e contro l'invasione della Cecoslovacchia. Durante gli anni 70 e 80 è sotto la sua spinta che l'istituto del referendum viene riconosciuto come strumento di partecipazione attiva. Noti quelli su aborto, matrimonio e obiezione di coscienza, con i quali ottiene un'inattesa e, alla vigilia, non auspicabile vittoria. Altri verranno percepiti molti anni dopo. Basti pensare ai referendum per abolire i finanziamenti pubblici ai partiti e la pena di morte.

Tra i primi a dire no al nucleare, Marco Pannella è sempre stato un convinto antimilitarista ed un "non violento", come amava definirsi. Da sempre antiproibizionista e a favore della legalizzazione delle droghe leggere, vengono in mente affollatissimi sit-in in cui distribuiva spinelli al pubblico. Al fianco di Enzo Tortora nella sua battaglia contro la giustizia che lo accusava di essere un camorrista, ha ospitato nelle sue liste anche Leonardo Sciascia e Domenico Modugno.

Con l'elezione di Ilona Staller, scandalizzò la chiesa e l'intero mondo cattolico. Con quella di Luca Coscioni voleva dare anche un segnale per una legge sul fine vita.

Fine intellettuale, aveva un'alta concezione della politica intesa come critica della stessa. Abile oratore e conoscitore della lingua italiana, Pannella ha sempre dato molta importanza alla comunicazione.

Emblematiche le lunghe dirette su Teleroma 56, una delle prime tv private italiane, in cui appariva imbavagliato e, accompagnato da un giovanissimo Francesco Rutelli, dialogava con i telespettatori. La stessa Radio Radicale, fondata nel 1975, diventerà l'espressione della galassia radicale, oltre che un imponente archivio della storia politica e culturale italiana degli ultimi 40 anni.

Il ricordo dell'amico

"Un vero e proprio avvenimento nella vita culturale italiana degli ultimi anni". E' la definizione che Pier Paolo Pasolini da alla prefazione, firmata da Pannella del libro Underground a pugno chiuso di Andrea Valcarenghi. In quell'occasione il leader radicale aveva scritto: "Amo gli obiettori, i fuorilegge del matrimonio, i capelloni sottoproletari, i cecoslovacchi della primavera, i non violenti, le femministe, gli omosessuali, amo speranze antiche come la donna e l'uomo.

Sono contro ogni bomba, esercito e fucile, credo nel dialogo, nella parola che si ascolta e che si dice". Questo era Pannella, un vero "fiume carsico", attraversato da passioni forti e molteplici sfaccettature.