Il filosofo, sociologo e docente universitario Umberto Galimberti è intervenuto nella puntata di questo mercoledì 23 agosto di "In onda" su La7 soffermandosi su diversi aspetti generali della politica e della società italiana di oggi, vediamo le parti salienti di quello che ha detto.

'In Italia non c'è più la democrazia da tempo, le elezioni servono solo a eleggere i capi'

Umberto Galimberti ha esordito dicendo: "Siamo in un paese in cui ogni anno ci sono le elezioni ed è chiaro che coloro che vogliono essere eletti vanno incontro ai desideri del popolo, ma essi sono desideri individuali, privati e di interesse, non sono desideri del bene comune.

E allora c'è una disincrasia perché i governanti dovrebbero governare il popolo in vista del bene comune e invece vanno incontro ai desideri individuali della popolazione per votati. In Italia non c'è più la democrazia da tempo: da quando si continua a rispondere attraverso le elezioni ai desiderata popolari. Il professor Sartori diceva che fare le elezioni e andare a votare è un modo di eleggere i capi, ma la democrazia è qualcos'altro. Io sono d'accordo con lui. La democrazia è ad esempio costruire gli asili affinché le donne possano lavorare, fare i piani di protezione che però non si fanno perché la ricostruzione è più vantaggiosa per alcuni. La democrazia sono queste cose, essa è la vita reale, non semplicemente l'andare a votare: quello è un modo per eleggere i capi".

In seguito a Galimberti è stato chiesto se quindi i governi tecnici, che non devono poi confrontarsi con il voto popolare, sono quelli che possono prendere le decisioni più facilmente, e la risposta è stata: "Di fatto è così, anche se non è bello. Quando la politica abdica a favore dell'esercizio tecnico e amministrativo, essa ha finito il suo lavoro.

Perché la politica è il luogo della decisione e invece i Governi tecnici lavorano con un punto di riferimento economico, ma se l'economia finisce con l'essere il faro e il riferimento, allora diciamo che la politica ha esaurito il proprio lavoro ed è l'economia a governare la politica. Questo è già successo in passato, sia a livello nazionale che europeo".

'Il populismo ha infettato tutti i partiti: la politica è diventata una professione e tutti cercano di farla in continuazione'

Poi Galimberti si è soffermato sul tema del populismo sempre più crescente, affermando: "Se rispondo che il populismo ha infettato tutti i partiti divento anche io un populista, però purtroppo le cose stanno così. Tutti quanti hanno perso valori ideali, figure di riferimento, ideali significativi e modelli di bene comune. I partiti non hanno più niente di questo e hanno semplicemente bisogno di fare politica, la quale ormai è diventata una professione e non più una vocazione o una missione. La politica è diventata una professione, un lavoro che deve durare a vita perché quando uno l'ha fatto per 10 anni cosa va a fare dopo?

E quindi tutti cercheranno di farla in continuazione. Abbiamo in Italia 2,5 milioni di persone che vivono di politica. Eppure sarebbe così difficile ridurre il numero di comuni? Si pensi a Ischia o alle valli delle Dolomiti. Non sarebbe difficile risparmiare sull'amministrazione. Ma il problema è che la politica è una professione e coloro che vogliono essere eletti devono lisciare il pelo ai desiderata individuali e non al popolo".