Il segretario del Pd, Matteo Renzi, non ha più la certezza di essere il candidato premier del suo partito, e di una eventuale coalizione di centrosinistra, alle prossime elezioni politiche del 2018. Sono due gli scogli che si presentano sulla rotta renziana che tende a spingere sempre ‘Avanti’ (come il titolo dell’ultimo libro del politico di Rignano). Si tratta delle elezioni regionali in programma in Sicilia all’inizio di ottobre e dei sondaggi di vari Istituti demoscopici, questa volta analizzati da You Trend per il Fatto Quotidiano, che vedono Renzi tallonato da antagonisti come Carlo Calenda (ministro dello Sviluppo Economico) e addirittura superato dall’attuale presidente del Consiglio Paolo Gentiloni.

Renzi superato da Gentiloni nei sondaggi

Secondo Lorenzo Pregliasco, direttore di You Trend, Paolo Gentiloni, forte del suo carattere schivo e dei suoi silenzi, ha portato il gradimento del suo esecutivo tra gli italiani intorno al 43%, ben 5 punti sopra allo striminzito 38% in cui lo aveva lasciato il suo predecessore, Matteo Renzi, al momento delle dimissioni seguite alla disfatta nel referendum costituzionale del 4 dicembre 2016. Dunque, il mite Gentiloni risulta al momento primo tra i politici negli indici di gradimento degli italiani con un lusinghiero 45%. Nove punti di vantaggio rispetto al 36% strappato dall’aggressivo Matteo Salvini, leader della Lega, a dieci dal 35% di Giorgia Meloni (Fd’I) e addirittura a più 13 punti in rapporto con il misero 32% totalizzato dal leader Pd Renzi.

È l’ex politico della Margherita di Rutelli, quindi, il più pericoloso avversario del rottamatore.

L’ascesa inarrestabile di Minniti

Escluso Gentiloni, l’avversario più pericoloso per Renzi resta certamente Marco Minniti. Il successore di Angelino Alfano al ministero dell’Interno ha visto schizzare in alto la sua popolarità grazie alla linea dura tenuta contro l’invasione di migranti in corso nel nostro paese. Il Codice di comportamento imposto alle Ong e gli accordi con le diverse tribù libiche sono solo alcuni dei punti che hanno consentito il clamoroso calo degli sbarchi di profughi nel nostro paese. Lui ha parlato di “rischio per la tenuta democratica” dell’Italia, tirandosi addosso l’accusa indiretta di “fascismo” da parte del collega della Giustizia, Andrea Orlando.

Ma il 46% degli italiani (trend in continua crescita) è con lui.

Calenda, Delrio e Franceschini

Non solo Gentiloni e Minniti però. Renzi deve guardarsi le spalle anche da Carlo Calenda. Il giovane ministro dello Sviluppo Economico, definito da molti il ‘Macron italiano’, può vantare un lusinghiero 41% nei consensi. Molto, ma sempre meno del centrista divenuto renziano di ferro, Graziano Delrio, ministro delle Infrastrutture che raggiunge il 53%. Meglio di lui, con il 54%, si piazza Dario Franceschini, titolare del Mibact e capo di una delle correnti interne più potenti del Pd, Area Dem, che punta a governare un eventuale esecutivo di larghe intese.