A differenza di Matteo Renzi, Beppe Grillo non nasconde l'importanza delle elezioni regionali in Sicilia del prossimo 5 novembre in vista di quello che sarà il termometro politico nazionale. Ragion per cui il Movimento 5 Stelle ha ufficializzato con largo anticipo la candidatura alla presidenza di Giancarlo Cancellieri. Ovviamente la scelta è stata dettata dalle note primarie via web tanto care ai grillini, anche se in fin dei conti rappresentava la soluzione più logica: Cancellieri era il candidato ideale per Beppe Grillo e compagni, reduce dalla corsa alla presidenza di cinque anni fa conclusa con una più che onorevole sconfitta e dalla sua esperienza tra gli scranni dell'Assemblea Regionale Siciliana.

Ciò che Grillo non dice chiaramente, ma risulta evidente anche agli occhi di chi non mastica quotidianamente l'argomento politica, è l'importanza del voto siciliano per tastare il polso all'intero movimento e per confermarne l'evoluzione.

Sicilia 'incandescente' dopo l'inchiesta sulle firme false

La magra figura rimediata alle ultime elezioni amministrative è un campanello d'allarme, sebbene già in passato il M5S abbia dimostrato di muoversi meglio in ambito nazionale rispetto a quello locale dove ha comunque riportato delle importanti affermazioni (Roma e Torino su tutte, ndr). Ma quella Sicilia che nel 2012 aveva rappresentato la prima tappa del crescendo grillino, è diventata incandescente a seguito dell'inchiesta sulle firme false che ha portato alla sospensione di determinati parlamentari pentastellati dopo il rinvio a giudizio.

Al di là delle cronache giudiziarie, c'è anche la netta impressione che all'interno del M5S sia in atto una 'faida', tesa ad eliminare gradualmente i 'duri e puri' ed a trasformare progressivamente un movimento di piazza in un vero partito politico in vista delle consultazioni nazionali dove, con ogni probabilità, toccherà a Luigi Di Maio il ruolo di candidato premier.

Resta da vedere quanti, tra i siciliani che cinque anni addietro avevano intravisto nel movimento una speranza di rompere i ponti con la vecchia politica, recepiranno il messaggio. L'inchiesta palermitana ha decisamente incrinato l'immagine della rivoluzione pentastellata ed una svolta moderata evidente potrebbe frantumarla pericolosamente. Beppe Grillo ne è consapevole, anche se fa finta di non saperlo.