Tra le vicende che ha ulteriormente sconvolto il già turbolento panorama politico italiano, che vede asprirsi proprio in questi giorni alla luce della ormai prossima nuova legge elettorale, il Rosatellum, troviamo quella che coinvolge una delle più discusse e prestigiose figure del mondo istituzionale italiano, il governatore della banca d'Italia Ignazio Visco.

La settimana scorsa, infatti, il nostro paese ha acceso i riflettori su palazzo Koch a pochi giorni dalla nomina del nuovo governatore. A rendere peculiare la vicenda non è stato però, come presumibile, la mera decisione sull'affidare o meno questa carica al precedente possessore, quanto gli attori che sono entrati in scena in questa vicenda pur di fatto non avendo voce in capitolo in tale ambito.

Il governatore di Bankitalia, infatti, dev'essere nominato da decreto presidenziale su proposta del Presidente del Consiglio previa deliberazione del Consiglio dei ministri e sentito il Consiglio Superiore di Banca d'Italia. Parrebbe quindi ad un'analisi approssimativa, ma quanto mai legittima, che il Parlamento in tale circostanza non dovrebbe insidiarsi, tuttavia, nel caotico panorama politico italiano, assistiamo ad un intervento di Palazzo Madama volto ad esprimere la sua apprensione per la, più che plausibile fino a quel momento, scelta di riconferire la carica a Visco per i successivi sei anni (durata standard del mandato del governatore).

Il 17 ottobre palazzo Montecitorio è stato sede di discussione che ci ha portato ad oggi, alla viglia del decreto presidenziale, a non essere più sicuri sulla scelta del Presidente Mattarella e del Presidente Gentiloni di affidare, ancora una volta, al governatore Visco il vertice di palazzo Koch.

Sono state presentate, infatti, sei mozioni volte a destituire l'economista italiano, alcune di queste ampiamente calendarizzate, altre, tra cui quella più discussa, nonchè l'unica approvata, presentata dal PD, aggiunte solo in un secondo momento.

Ignazio Visco

Un focus sulla figura dell'attuale governatore Visco è doveroso, essendoci in Parlamento un fronte pressochè unitario contro la riconferma del numero uno di via Nazionale.

Dal 1°novembre del 2011 Visco siede al vertice di palazzo Koch a seguito delle dimissioni di Mario Draghi divenuto Presidente della Banca centrale europea. L'allora governo Berlusconi decise, quindi, di affidare all'economista napoletano la guida dell'istituto che ha il compito di assicurare la stabilità monetaria e finanziaria del nostro paese.

Sulla figura del governatore ricadono quindi onori ed oneri che, secondo l'attuale sistema istituzionale, non è stato in grado di affrontare nel modo corretto, commettendo errori che hanno portato ad un aggravarsi della crisi economica. Ciò che maggiormente gli è stato imputato è il malfunzionamento del sistema di controllo su Banca Popolare di Vicenza e Veneto Banca che erogavano crediti senza seguire le basilari regole bancarie; ha concorso a salvare Banca Etruria, Banca Marche e CariChieti rilevando i crediti a prezzi ridottissimi; non ha tempestivamente agito o compreso che Monte dei Paschi di Siena avesse rilevato una banca ad un prezzo eccessivo devastando i bilanci.

E' stato, inoltre, indagato nel 2015 riguardo la vendita di Banca Popolare di Spoleto al Banco di Desio e della Brianza ad un prezzo inferiore rispetto a quello offerto da un altro istituto con sede ad Hong Kong.

Durante le indagini, tuttavia, emerse che la suddetta offerta fosse falsa e Visco venne prosciolto dalle accuse.

Da quanto detto emerge, quantomeno, che le remore di palazzo Madama verso la riconferma del governatore, seppur non legittime, assumono una forma diversa, non di mero tentativo di entrare in un territorio non loro quanto di una reale preoccupazione che tale figura possa non essere adatta al ruolo ricoperto.

Le mozioni presentate alla Camera

Come detto, il 17 ottobre, alla Camera, sono state presentate sei mozioni contro la riconferma dell'attuale governatore, tacciato di aver mal svolto il suo compito attuando insufficienti e maldestre attività di vigilanza che hanno portato a ripetute situazioni di crisi che sarebbero dovute esser mitigate, appunto, dalle azioni di Banca d'Italia.

Il carente controllo e l'incapacità di garantire la stabilità del sistema bancario hanno spinto alcuni tra i maggiori partiti del nostro attuale panorama politico ad utilizzare lo strumento della mozione al fine di impedire al Presidente Mattarella di ricomettere "l'errore precedente".

PD, Lega, Scelta Civica, Sinistra Italiana, Movimento 5 Stelle e Fratelli d'Italia hanno quindi scelto di far presenti le loro remore al governo e al Presidente nell'auspicio di un cambio al vertice di palazzo Koch. Tutte le mozioni prendono di mira il lavoro svolto da Visco chiedendo all'esecutivo la mancata riconferma del governatore (ad eccezione di Sinistra Italiana che pur riconoscendo la responsabilità dell'inefficace azione di controllo mirava alla riconferma di Visco per un anno così da lasciare, a seguito delle elezioni, al nuovo governo il compito di designare un nuovo governatore).

Le parole usate per sostenere le proprie tesi sono state aspre: il Movimento Cinque Stelle lo accusa di perdite per un ammontare di 110 miliardi di euro, di una scelta di commissari che guardavano solo i propri interessi; i leghisti parlano di responsabilità in capo alla "governance"; Fratelli d'Italia inneggiano alla incapacità dell'attuale istituzione di garantire la stabilità del sistema bancario chiedendo addirittura le dimissioni anticipate del governatore.

La visione del Parlamento pare quindi chiara, tuttavia, l'unica mozione ad essere stata approvata, con riserbo da parte del resto del mondo istituzionale, è stata quella presentata dal PD e del suo segretario Matteo Renzi.

La mozione del Partito Democratico

La mozione portata alla Camera dal PD non differisce nella sostanza da quelle sopracitate, anche loro infatti auspicano in una figura diversa dall'attuale al governo di Banca d'Italia sottolineando che "l'azione di vigilanza di Bankitalia è stata, in questi ultimi anni, messa in dubbio dall'emergere di ripetute e rilevanti situazioni di crisi o di dissesto di banche", incalzano, inoltre, sostenendo che "le predette situazioni hanno costretto il Governo e il Parlamento ad approvare interventi straordinari volti a tutelare, anche attraverso l'utilizzo di risorse pubbliche, i risparmiatori e salvaguardare la stabilità finanziaria". Posto, quindi, che sulla mancanza di una vigilanza efficace siano tutti d'accordo, al PD è stata criticata per la scelta di tempo.

Viene vista, infatti, come una mossa politica, quella dell'ex premier Matteo Renzi ,che ha già cominciato la sua campagna elettorale e che non poteva perdere l'occasione di elevarsi a paladino dei risparmiatori. D'altra parte gli si critica un "blitz" messo in piedi all'insaputa del governo che pare non fosse informato della mossa.

I punti di vista possono quindi essere due: da una parte la chiara e trasparente volontà di porre all'attenzione del governo una diffidenza nella figura del governatore Visco; dall'altra un'operazione politica che vede prima la fiducia sulla legge elettorale, "imposta" al Presidente Gentiloni, successivamente l'affondo a Banca d'Italia sempre sulla pelle del governo.

Renzi ha ribadito la sua idea nei giorni scorsi, sostenendo che il mondo istituzionale era perfettamente a conoscenza su come la pensasse riguardo la figura del governatore Visco e ribadendo, anche in virtù delle critiche e allusioni al tempismo: "Tra galateo istituzionale e tutela dei risparmiatori scelgo la tutela dei risparmiatori".

Sta di fatto che la mozione presentata dal PD è stata approvata con 213 voti favorevoli ma che a distanza di una settimana e alla vigilia del decreto presidenziale non pare, comunque, ci siano dubbi sulla permanenza per i prossimi sei anni di Visco a palazzo Koch. Questo, in parte, anche per la mancanza di una figura che realmente possa sostituire l'attuale governatore nonostante nelle ultime ore sia spuntata anche l'ipotesi di Fabrizio Saccomanni, già ministro dell'Economia nel governo Letta ed ex direttore generale di palazzo Koch.

Attendiamo il responso del Presidente Mattarella.