Ora che il capo della rivolta Carles Puigdemont si è infilato, come dicono gli indipendentisti, in una "callejon sin salida", ovvero in un vicolo cieco, Barcellona ed i suoi cittadini continuano a vivere nell'ignoto, in una bolla di sapone, a metà tra la paura e la speranza. Tutto sembra rassegnato a restare immutato in eterno, così come a cambiare da un momento all'altro. L'indipendentismo catalano tenta di prendere la via del "parlare e del dialogare" mentre, viceversa, gli ultimatum del governo centrale piovono pungenti da madrid. Chi sostiene l'indipendentismo catalano sa molto bene cosa non vuole, ma non ha idee pragmatiche riguardanti il futuro.
"Avrei indetto le elezioni se solo ci fossero state delle garanzie, ma queste garanzie, da parte di Madrid, non ci sono mai state". Queste le parole del presidente catalano Carles Puigdemont che, non accettando lo scioglimento del parlamento da parte del governo centrale, ha ceduto alla pressione degli indipendentisti. La Catalogna non accetta le misure adottate da Madrid: l'applicazione dell'art. 155 è abusiva e scorretta, ha dichiarato il presidente. L'idea delle elezioni anticipate aveva, infatti, provocato il malcontento di decine di persone al di fuori del Parlamento. In molti avevano iniziato ad accusare Puigdemont di tradimento, obbligando i Mossos d'Esquadra a dispiegare le proprie forze.
Attivazione dell'art. 155
Madrid ha chiesto l'attivazione dell'articolo 155 nei confronti della Catalogna per ripristinare l'esercizio autarchico catalano all'interno del quadro costituzionale e per tutelare i diritti e l'interesse della Spagna. La vice premier Soraya Saenz de Santamaria ha dichiarato, subito dopo la decisione di Puigdemont di non convocare le elezioni, che il governo intende avviare una nuova fase basata sul rispetto della legge.
Nella mattinata di oggi sembrava che il presidente catalano avesse deciso di convocare le elezioni anticipate, ma ciò non si è avverato. Secondo lo stesso quotidiano La Vanguardia l'annuncio sarebbe stato imminente. Fonti interne catalane, però, hanno rivelato che la decisione intrapresa da Puigdemont sarebbe dipesa dal fatto che Madrid non avrebbe mai confermato di voler bloccare l'articolo 155. Nel frattempo, la Corte Costituzionale iberica ha respinto il ricorso del governo catalano contro l'attivazione del commissariamento.