movimento 5 stelle, da qualche anno a questa parte, fa rima con politica. Roma, rinomata capitale italiana, meta di turismo e di cultura, è, come molti sapranno, governata da Virginia Raggi, esponente di punta dello stesso M5S. Tra i vari progetti appoggiati dalla sindaca (alcuni dei quali rivelatisi fallimentari mentre, altri, ancora in corso d’opera e ritenuti piuttosto soddisfacenti) ve n’è uno recente riguardante la spinosa e sempre attuale “questione migranti”. L’assessore alla persona Laura Baldassarre infatti, a seguito di una delle ordinarie sedute dell’amministrazione capitolina, è riuscita a proporre con successo un piano di sviluppo che prevede di fornire aiuto ai Migranti e di farlo grazie agli stessi cittadini romani.

La proposta di assicurare mille euro in denaro a chiunque sia disposto ad ospitare in casa propria un migrante ha riscosso l’approvazione del M5S. Indipendentemente dallo schieramento politico dell' elettore, la domanda posta alla stessa promotrice durante la trasmissione “Quinta Colonna” (trasmissione vicina ai temi politici applicati alla vita quotidiana) appare altamente illuminante: “Sarebbe lei disposta a mettere in pratica in prima persona (ospitando quindi un migrante) il suo progetto”? La risposta è stata evasiva.

Perché avrebbe dovuto reagire così se fosse stata veramente convinta delle sue proposte? La psicologia può fare chiarezza, nello specifico aiuterà ad analizzare, qui di seguito, due degli svariati fenomeni coinvolti.

Sostenere ciò che non si pensa: il trend psicologico della 'fama facile'

Sostenere le proprie idee è un’azione che tutti, indipendentemente dalla propria astrazione sociale, compiamo ogni giorno. A prescindere dal successo o meno, le idee proposte vengono dalla propria capacità di giudizio e di ragionamento (o perlomeno così è auspicabile).

A volte, come nel caso di questo fenomeno, si tende tuttavia a sostenere concetti e progetti che non si ha intenzione di perseguire e/o appoggiare. La casistica presa in questione ci porta alla conclusione, piuttosto spiacevole, nel nostro caso, per l’assessore, che la proposta sia giunta come mezzo per mascherare la propria volontà di rimanere a ricoprire il suo ruolo.

Sentire i mezzi stampa parlare (come in questo caso), della faccenda e delle proprie opere è, senza dubbio, il modo migliore per attirare Attenzione mediatica su di se; un progetto buonista, inoltre, è sufficiente ad accattivarsi la simpatia e l’apprezzamento di molte persone (oltre che del movimento stesso che aveva dimostrato, già in precedenza, come il tema legato agli “stranieri” fosse importante) cosa che, indubbiamente, favorisce la permanenza. Porre se stessi sotto una luca positiva comporta sovente, concluderebbe uno psicoterapeuta, il triste sacrificio dei propri valori morali.

L’indecisione: quando serve pesare le proprie decisioni

L’indecisione può anche non avere accezione negativa, come nel caso preso in esame.

Una delle possbili soluzioni è rappresentata dal fatto che, la donna, nel timore di venire fraintesa e di vedere la propria risposta come strumentalizzata, abbia camuffato la propria indecisione con un timido sorriso. Schierarsi apertamente, psicologicamente parlando, porta conseguenze innumerevoli e complesse. Le persone, come afferma la psicologia, tendono infatti ad attribuire il significato di “bene e male” o “giusto e sbagliato” a tutto ciò che le circonda: prendere una posizione comporta definire come “bene o giusto” tutto ciò che appartiene al mio modo di pensare e “male o sbagliato” a tutto ciò che vi si discosta fortemente. La mancata risposta dell’assessore (nel nostro caso) quindi, potrebbe leggersi in chiave conservativa: non prendere posizione in modo aperto e riduttivo (dato il ridotto quantitativo di tempo che le era stato messo a disposizione) equivale all’evitare di schierarsi in modo affrettato e/o parziale, aggirando così la gogna mediatica che ne sarebbe conseguita.