Il ministro della Giustizia in quota M5S, Alfonso Bonafede, sta preparando un disegno di legge, da votare dopo l’estate, probabilmente a settembre, per introdurre nell’ordinamento giuridico italiano due dei punti fondamentali del programma elettorale pentastellato: il Daspo per i corrotti e l’agente sotto copertura. Intanto, durante la conferenza stampa tenuta ieri insieme al premier Giuseppe Conte, al sottosegretario Giancarlo Giorgetti e al ministro dell’Economia Giovanni Tria, il Guardasigilli ha annunciato di voler bloccare la legge sulle intercettazioni del governo Gentiloni, prorogando l’entrata in vigore della riforma del suo predecessore in via Arenula, Andrea Orlando.

Furiosa la reazione di Matteo Renzi e del Pd.

M5S pronto ad introdurre Daspo e agente sotto copertura

Secondo quanto scrive questa mattina, tra gli altri, Luca De Carolis sul Fatto Quotidiano, il governo giallo-verde, nella persona del ministro della Giustizia Alfonso Bonafede, si appresta a varare un disegno di legge nel quale, come detto, sono previste due importanti novità: il Daspo per i corrotti e l’agente sotto copertura. Una prima versione del ddl sarebbe già pronta, ma prima del varo del testo definitivo, lo staff del Guardasigilli vuole verificare tutti i rischi di incostituzionalità, oltre che tastare il polso a magistrati e operatori della Giustizia. Il Daspo, in pratica, così come succede per i tifosi violenti negli stadi di calcio, ha lo scopo di interdire per sempre alle persone condannate in via definitiva per reati di corruzione i rapporti con la Pubblica Amministrazione.

L’agente sotto copertura, invece, non sarà un agente provocatore con il compito di istigare altri a commettere reati, ma un soggetto che dovrebbe prendere parte all’eventuale attività criminale, facendo di tutto per farla fallire, arrestando al contempo i suoi autori. Insieme a questi due aspetti, il ddl in divenire dovrebbe contenere anche un inasprimento delle pene per i reati di corruzione.

Il blocco della riforma delle intercettazioni e la polemica con il Pd

Fatto sta che l’attenzione mediatica non è attratta da provvedimenti futuri come Daspo e agente sotto copertura, ma dall’ennesima polemica scoppiata tra M5S e Partito Democratico. Durante la conferenza stampa, infatti, Bonafede, ha detto chiaro e tondo che la riforma delle intercettazioni, così come voluta dal suo predecessore Andrea Orlando, non va bene, va bloccata e sostituita con un altro provvedimento.

“Riforma scritta con l’intenzione di impedire ai cittadini di ascoltare le parole dei politici indagati”, accusa Bonafede facendo anche un riferimento preciso al caso Consip, che ha coinvolto, tra gli altri, Matteo Renzi e Luca Lotti: “Impediamo il bavaglio all’informazione varato in concomitanza col caso Consip”. Accuse che hanno mandato su tutte le furie sia Renzi che l’ex Guardasigilli Orlando. Secondo Renzi il ministro “non ha capito niente o è in malafede” perché nel 2014, quando il provvedimento è stato varato, “nessuno di noi si aspettava il caso Consip”. Ancora più duro, se possibile, Orlando, secondo il quale Bonafede deve produrre le prove di quanto afferma, oppure tacere.