Non molti sanno che l'Avvocatura di Stato si era già espressa sull'acquisizione di Ilva da parte di Mittal. Il parere precedente era stato consegnato all'allora ministro Calenda, che l'aveva pubblicato integralmente. Oggi, il parere nuovamente fornito su richiesta del ministro Luigi Di Maio viene secretato.
I termini della questione
Come si ricorda, Mittal è la vincitrice della gara per l'acquisizione di Ilva, cui partecipò anche il gruppo Marcegaglia.
In virtù di tale vittoria, s'impegna a contenere gli esuberi in 3500 unità e a mettere in atto un piano di risanamento secondo le linee guida imposte dalla gara. Di Maio non ha ritenuto sufficiente tale impegno, in quanto ritiene che vi siano le condizioni per evitare gli esuberi e avrebbe voluto annullare la gara, anche se poi, con il passare dei giorni, non si è ben capito quali fossero le reali intenzioni dell'esponente del governo gialloverde. In ogni caso ha chiesto un nuovo parere all'Avvocatura di Stato.
Il pronunciamento dell'Avvocatura
Oggi era il giorno fissato per conoscere direttamente dalla voce del ministro l'esito di tale pronunciamento, ma le speranze sono andate deluse, in quanto l'esponente 5 stelle comunica che la stessa Avvocatura ha chiesto che non venisse reso pubblico.
Inusuale modo di procedere questo, che non ha precedenti nella storia italiana.
Il giudizio di Di Maio che non potremo verificare
In ogni caso il ministro ha parlato apertamente di "delitto perfetto", perchè secondo lui nella gara poco o niente è stato regolare. Un'affermazione forte alla quale però, non segue l'annullamento della gara. Infatti, sempre stando a Luigi Di Maio, vi sarebbero vizi legati a un non meglio precisato "eccesso di potere", che però non si capisce da parte di chi sia stato esercitato. Questo però non comporterà l'annulamento della gara perchè manca l'interesse pubblico. Comunque sia i cittadini dovranno fidarsi della sua parola, limitandosi a misurare ciò che è stato detto oggi, confrontandolo con la risposta che è arrivata a stretto giro dall'ex ministro Calenda.
La replica di Calenda
Calenda dal canto suo, non ha usato mezzi termini, definendo il titolare del Mise buffone e accusandolo di scarsa serietà: infatti, se la gara ha avuto un esito illegittimo, secondo l'ex ministro, non è serio andare in conferenza stampa a parlare di delitto perfetto e poi non annullare conseguentemente la gara. Quello che è sicuro è che lui il parere dell'Avvocatura di Stato, favorevole all'assegnazione a Mittal, l'aveva pubblicato. L'attuale governo, che si fa vanto di agire con trasparenza, invece no. Lo ha secretato.