Il ministro dello Sviluppo economico e vicepremier, Luigi Di Maio, oggi è intervenuto sul caso della procedura di vendita dell'Ilva, definendola un "pasticcio" e denunciando diverse irregolarità. Il pentastellato ha parlato in una Camera praticamente vuota, con numerosi assenti anche tra le fila della maggioranza.
Inoltre ha voluto anche ricucire i rapporti con il ministro dell'Economia, Giovanni Tria, affermando che nessuno ne ha mai chiesto le dimissioni.
Le accuse lanciate da Di Maio
Secondo il vicepremier, nel corso della gara per l'acquisizione dell'Ilva "è stato leso il principio della concorrenza", poiché le regole sono state cambiate in corso d'opera mentre, se l'intera procedura fosse stata gestita correttamente fin dall'inizio, sarebbero arrivate molte più offerte, anche migliori di quella avanzata da ArcelorMittal, azienda che si è aggiudicata il bando.
Di Maio, infatti, ha rivelato che la proposta di AcciaItalia era di gran lunga superiore, ma alla fine non ha prevalso perché il bando prevedeva che metà del punteggio fosse incentrata sul prezzo, mettendo in secondo piano i requisiti legati all'ambiente e alla salute.
Luigi Di Maio, a questo punto, si è dichiarato pronto a chiedere dapprima dei chiarimenti ai commissari, e poi ad avviare un'indagine interna al Ministero dello Sviluppo economico. Inoltre si rivolgerà anche all'Avvocatura dello Stato per chiedere consiglio. Per quanto riguarda le nomine alla Cassa Depositi e Prestiti e dell'Ilva, l'obiettivo del governo è quello di trovare e selezionare solo i migliori, ricordando che ogni intervento deve rappresentare un "compromesso al rialzo e mai al ribasso".
Le critiche di Calenda e Bellanova
Carlo Calenda, ex ministro dello Sviluppo economico, ha mosso delle critiche piuttosto dure nei confronti del suo successore, asserendo che se Di Maio considera la gara realmente viziata, allora deve annullarla assumendosi le sue responsabilità. In merito alle indagini interne annunciate dal vicepremier, ha lasciato chiaramente intendere che si tratta di una presa di posizione piuttosto inutile, perché "la gara è stata fatta nel più assoluto rispetto di tutte le regole".
Anche la senatrice del PD,Teresa Bellanova, ha criticato le dichiarazioni di Di Maio, ricordando che l'Anac ha riscontrato delle "criticità" nella gara, non parlando mai di "illegalità". Inoltre ha aggiunto che, se davvero l'offerta di AcciaItalia era migliore, l'azienda avrebbe potuto presentare ricorso al Tar, circostanza che non si è verificata.
La "fumata bianca" alle nomine
In merito alla questione delle nomine della Cassa Depositi e Prestiti, Luigi Di Maio ha rivelato che si è già tenuto un vertice con il Ministro dell'Economia Tria, il premier Conte e il Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio dei ministri Giorgetti, terminato con una "fumata bianca" sui profili da scegliere soprattutto per sostituire Fabio Gallia, attuale amministratore delegato della Cassa Depositi e Prestiti.