Come era facile prevedere, il Def italiano inviato lunedì al vaglio Ue viene respinto a stretto giro: questo ha riferito oggi il commissario per il bilancio Günther Oettinger al giornale tedesco Der Spiegel in maniera informale.

Un bilancio incoerente con le norme che regolano l'adesione all'Ue

La motivazione è che il bilancio italiano è "incoerente con gli obblighi dell'Unione in vigore": una lettera ufficiale in tal senso dovrebbe essere inviata a Roma, giovedì o venerdì a firma del commissario europeo agli affari economici e finanziari Pierre Moscovici.

La risposta è davvero rapida se si pensa che la Commissione Ue aveva almeno due settimane di tempo per provvedere. Lo spread è balzato immediatamente oltre i 300 punti, dopo aver navigato in mattinata attorno ai 290 punti base.

Euro e spread: una fase d'attesa destinata a finire presto

A questo punto si avvicina il momento della verità, per capire chi bluffa davvero. I mercati o il governo italiano? Quindi è utile tornare ad occuparci dei grafici di spread ed Euro, i termometri affidabili oltre i fiumi di parole di queste settimane. Per quanto concerne il primo vediamo che il grafico a 15 minuti rileva molto bene che il livello è letteralmente "esploso" con un balzo a 310 punti base che riporta il differenziale tra Btp e Bund ai massimi di periodo ed al test della resistenza chiave di 310 punti, rotta la quale uno spread a 400 sarebbe pressochè inevitabile.

Per l'euro continua la lenta ma costante discesa del mese di ottobre con il prezzo fermo oggi al test di area 1.15, rotta la quale potrebbe presto rivedere i minimi dell'anno a 1.13.

Quello che si può affermare è che molto dipenderà dalla risposta che l'Italia vorrà dare e dalla volontà o meno di raggiungere un compromesso tra le parti, perché se è vero che il governo gialloverde appare oggi più che mai prigioniero delle proprie promesse elettorali, è altrettanto pacifico che la Commissione Europea rischia di fare dell'intransigenza una questione di principio altrettanto nefasta.

Perché gli altri Paesi non ci aiuteranno

Salvini e Di Maio d'altro canto non nascondono di puntare alla creazione di un fronte comune con altri paesi europei a trazione nazionalista ma, se è ovvio non aspettarsi aiuti da nazioni come Spagna, Grecia o Irlanda, che hanno sistemato i loro conti a suon di riforme anche molto dolorose, un po' meno scontato sarebbe ricevere altrettanti dinieghi da quei governi che, in apparenza sono ideologicamente vicini, per sovranismo e nazionalismo al nostro.

Ma chi pensa questo sbaglia: il cancelliere austriaco Kurz per esempio, da sempre citato con favore da Matteo Salvini, ha annunciato un Def per il 2019 con deficit/pil pari a zero e con una riduzione di ben 4 punti percentuali del rapporto debito/pil dal 78% al 74%. Kurz sottolinea che tale percorso virtuoso consentirà al suo governo di garantire un bonus alle famiglie o un aumento delle pensioni.

Appare dunque chiaro, che l'Italia si presenta isolata, nelle sue reiterate richieste di sfondamento dei parametri relativi a debito e deficit e che nessuna comprensione può venirle da parte di chi i sacrifici li ha fatti davvero e nemmeno da chi presenta bilanci particolarmente virtuosi come Austria o Germania.