Walter Veltroni, attraverso l'edizione on line di Repubblica, è intervenuto nelle ultime ore sulla questione politica italiana. In particolare, l'ex esponente del Partito Democratico ha fornito il proprio punto di vista su una situazione che, secondo lui, vede prevalere quelli che non sono tanto populismi quanto una "pericolosa estrema destra". Parole pesanti che, a dire il vero, vengono scritte senza mai citare in prima persona quelli che sono i maggiori esponenti della maggioranza, ossia Luigi Di Maio e Matteo Salvini.
Nello scritto di Veltroni, pur mancando i riferimenti diretti, non risulta difficile individuare quelli che sono i bersagli delle sue idee considerando che l'attuale Governo Conte, da più parti, è visto come l'espressione della vittoria del populismo.
Veltroni cita l'introduzione di 'Come si diventa nazisti'
Per elaborare la sua tesi Veltroni scomoda uno scritto di Luciano Gallino di circa vent'anni fa. Si tratta di un brano che fungeva da introduzione ad un volume scritto da William Hallen ed aveva un titolo piuttosto eloquente: "Come si diventa nazisti". Un'opera che raccontava come, partendo da un piccolo gruppo di estremisti, una città di sinistra come Hannover si trasformò in un feudo di "estrema destra".
Veltroni spiega come le cose siano diverse da allora, ma ha sottolineato come i suoi ideali di uomo ispirato alla democrazia e al progresso siano angosciati da parole una volta "impronunciabili" e che adesso risiedono nel campo della normalità.
La grande paura di Veltroni sull'Ungheria come modello
Veltroni non è affatto contento dell'aria che tira. Soprattutto in un Paese come l'Italia che da fondatore dell'Unione Europea adesso si sta ispirando a modelli come l'Ungheria di Orban e alla sua "democrazia autoritaria". Una tendenza che, tra l'altro, secondo Veltroni starebbe ormai dilagando dalla Russia alla Turchia. Veltroni ritiene che l'attuale politica sfrutti il disagio di popoli che, avvolti dalla corruzione della politica e dalla recessione economica, cercano sicurezza e la trovano in un fenomeno che, solo per comodità, viene definito populismo.
L'ex Pd, infatti, sottolinea come questa in realtà sia la peggiore destra che galantuomini come Johh McCain hanno combattuto fino all'ultimo. "Chiamo le cose con il loro nome" sottolinea, attribuendo al fenomeno populista spinte tese a sostenere il sovranismo, la chiusura della società, il farsi beffe del pensiero altrui e demonizzarlo. A ciò si aggiunge, secondo Veltroni, il fatto che si animino spiriti guerrieri contro ogni minoranza e si metta in discussione valore della democrazia rappresentativa. Per Veltroni, perciò, non si è di fronte al populismo, ma a qualcosa di più pericoloso.