Nel pomeriggio, "Politico[.]eu" ha pubblicato un articolo nel quale ha riportato che il premier Giuseppe Conte sarebbe in lizza per una cattedra di Diritto privato presso l'Università La Sapienza di Roma, e che lunedì prossimo avrebbe dovuto sostenere un esame di inglese legale.

L'indiscrezione, che ha colto tutti di sorpresa, ha scatenato in poco tempo una fitta rete di polemiche. In serata, il Presidente del Consiglio è intervenuto sulla questione, confermando la veridicità della notizia, ma rassicurando che non prenderà parte ad alcuna prova.

La candidatura alla Sapienza

La testata, che prima di diffondere la notizia ha provveduto a controllare una serie di documenti e a consultare alcune persone pienamente inserite nella procedure di selezione dell'università capitolina, ha scritto che Giuseppe Conte lunedì 10 settembre si sarebbe dovuto presentare a La Sapienza per sottoporsi ad un esame di inglese legale. La prova farebbe parte dell'iter ordinario per selezionare un docente di Diritto privato per l'Ateneo romano.

La candidatura - come spiegato in un secondo momento dal premier - era stata inoltrata lo scorso febbraio, quando non ricopriva ancora il ruolo di Presidente del Consiglio. Siccome nel frattempo non è stata comunicata alcuna rinuncia, la partecipazione al concorso è risultata ancora del tutto valida.

Secondo "Politico.eu" ci sarebbe anche un problema di natura legale: nonostante la giuria della selezione non abbia mai sollevato dubbi sull'incompatibilità, dal 2010 è in vigore una normativa sulle università che vieta ai funzionari pubblici di ricoprire posizioni negli Atenei pubblici, e c'è anche uno statuto interno del 1980 che conferma questa regola.

La ragione principale di questo divieto consiste - come prevedibile - nell'arginare l'eventualità di un conflitto d'interessi e dei possibili tentativi di corruzione che potrebbero emergere proprio in queste circostanze.

La polemica social sollevata dall'opposizione

L'hashtag dedicato alla questione è stato principalmente #ConteBarone, utilizzato specialmente dagli esponenti del Partito Democratico.

Alessia Morani aveva scritto che il premier ''tratta il governo del Paese come un dopolavoro'', definendo il conflitto di interessi, che si sarebbe potuto scatenare, ''baronificio''. Pesante, anche se ironica, la critica di Ernesto Magorno, che riferendosi a Conte aveva postato: ''Ok che al governo non conta, ma ci sono delle regole che contano e vanno rispettate''. Emanuele Fiano, invece, aveva detto che ''Qui sono assenti le basi comuni dell’idea di Stato'', chiedendo se la Iena Giarrusso sarebbe intervenuta sul concorso. Parallelamente, anche Monica Cirinnà aveva condiviso la notizia e domandato se ''Fioramonti avrebbe mandato la sua 'iena' per le necessarie verifiche''. Polemiche che sono poi svanite con le rassicurazioni provenienti dal premier.

Conte: 'E' vero, ma non perteciperò'

''Confesso che feci domanda - ha spiegato Giuseppe Conte- ma questo mio nuovo impegno istituzionale mi impedisce di partecipare al colloquio di lunedì''. Una volta dismessa l'attività di professore nell'ateneo di Firenze e conclusi i mandati da avvocato, l'attuale premier aveva avviato una procedura di trasferimento alla Sapienza di Roma, candidandosi come docente di Diritto. Una domanda che ora dovrà senz'altro ''riconsiderare'', anche se, a suo parere, ''non ci sarebbe stato nessun conflitto d’interessi''.