Nella sinistra Politica italiana le discussioni non finiscono mai e anche trovare una formula elettorale che vada bene per due tornate elettorali consecutive, da qualche anno a questa parte, pare diventato molto difficile. E' il caso di Liberi e Uguali e di Potere al Popolo, ovvero le due principali liste che alle elezioni del 4 marzo si erano presentate a sinistra rispetto al Partito Democratico.
La prima ottenne il 3,4%, la seconda l'1,1%. Entrambe hanno poi avviato, a partire da questa estate, dei processi costituenti per evolversi da semplici "cartelli elettorali", in soggetti politici organizzati: percorsi che proseguono anche in queste settimane. Ciononostante, le evoluzioni complessive del quadro politico generale, potrebbero portare alla scelta di non presentare tali simboli alle prossime elezioni europee. Vediamo nel dettaglio gli ultimi sviluppi.
Diversi soggetti della sinistra a fianco di De Magistris
La dichiarazione di disponibilità da parte del sindaco di Napoli Luigi De Magistris a scendere in campo in prima persona alle elezioni Europee (notizia che abbiamo dato in anteprima sabato scorso) potrebbe sparigliare molto le carte a sinistra.
All'incontro che sabato scorso a Roma ha visto De Magistris esplicitare la propria disponibilità ad essere della "partita europea" vi erano infatti soggetti che il 4 marzo si erano schierati su fronti diversi. Da Potere al Popolo con Viola Carofalo, a Rifondazione Comunista di Maurizio Acerbo (che pure partecipa al processo di PaP), fino a Sinistra Italiana di Nicola Fratoianni (partito che sta seguendo il percorso di Liberi e Uguali), alla rete ACT (Agire, Costruire, Trasformare). Ma anche soggetti che alle elezioni politiche non avevano ufficialmente appoggiato nessuna lista: ovvero L'Altra Europa con Tsipras (soggetto unitario che alle elezioni del 2014 superò il 4%) e Diem25 (il movimento fondato a livello europeo dall'ex ministro greco Varoufakis), oltre ovviamente a DeMa, il movimento dello stesso sindaco napoletano.
Presenti anche diversi rappresentanti di alcune numerose civiche di cittadinanza di vari territori italiani.
Ma non è solo la novità dell'opzione De Magistris a lasciar pensare molti degli addetti ai lavori che Liberi e Uguali e Potere al Popolo alla fine non parteciperanno direttamente coi rispettivi nomi e simboli alle prossime europee. Intanto è utile ricordare che entrambi i "cartelli" nei mesi scorsi, hanno "perso dei pezzi" per strada rispetto a chi si era candidato dentro a tali liste il 4 marzo, ma che poi sul piano organizzativo non ha accettato di aderire alla fase costituente dei rispettivi soggetti politici.
Le discussioni interne a Liberi e Uguali
Ricordiamo che in queste settimane è in corso la fase costituente di Liberi e Uguali come partito.
La road map indicata a maggio, dice che fino al 30 settembre c'è tempo per l'adesione individuale al percorso, entro il 10 ottobre ci dovrebbe essere la votazione sul 'Manifesto delle idee' e poi l'avvio del periodo congressuale, che dovrebbe portare entro il 15 dicembre al congresso fondativo nazionale. Ma a tutto questo non sono mancate le defezioni, fin dal primo momento. Ad esempio da parte di Possibile, movimento fondato da Pippo Civati e ora guidato da Beatrice Brignone (il cui deputato Pastorino fa comunque ancora parte del gruppo di LeU alla Camera). Così come non è affatto detto che al nuovo partito aderisca Laura Boldrini, la quale con la rete "Futura" chiede esplicitamente da tempo la nascita di una ben più larga formazione progressista.
Ma anche fra coloro che partecipano al processo costituente di LeU, paiono esserci sensibilità molto diverse. Sinistra Italiana di Nicola Fratoianni, come detto, guarda con molta simpatia al percorso unitario proposto da De Magistris e più complessivamente pare nutrire dubbi sugli ultimi sviluppo dentro a LeU. Il tesoriere nazionale di SI, Giovanni Paglia, ad esempio nei giorni scorsi ha scritto un eloquente commento Facebook: "Sono stanco del tempo che stiamo perdendo per ammettere l'inevitabile, ovvero la fine di LeU per come l'abbiamo conosciuta. Una parte di noi vuole riprendere la relazione con ciò che si muove a sinistra, mentre un'altra ha in mente solo il PD. Una parte voleva la sinistra di alternativa, un'altra solo la sconfitta di Renzi.
Una parte guarda al PSE e un'altra guarda al PSE come uno dei responsabili del disastro. Non credo sia una divisione che ricalchi i partiti da cui proveniamo, ma dobbiamo prenderne atto".
Mentre appunto in Articolo Uno-MDP sono molti che effettivamente guardano con speranza in un possibile "ritorno a sinistra" del PD, magari in caso di vittoria di Nicola Zingaretti alle Primarie dem. In modo magari da poter creare quel "nuovo soggetto progressista" per le Europee, e non solo, che invoca da tempo ad esempio il presidente della Regione Toscana Enrico Rossi, ma a cui appunto da tempo richiama, come dicevamo poco sopra, anche Laura Boldrini.
Inoltre, come se non bastasse, in modo trasversale rispetto a questi due movimenti è poi recentemente nata l'associazione politico-culturale Patria e Costituzione, che oltre a Stefano Fassina e Alfredo D'Attorre, comprende anche personalità esterne rispetto al mondo di LeU, le quali sui temi europei e quelli della sovranità, paiono avere una sensibilità opposta rispetto a molti "compagni di partito".
Le discussioni interne a Potere al Popolo
Ma anche il "mondo" interno a Potere al Popolo ha in corso delle discussioni importanti e non scontate. Il tutto in un quadro in cui alcuni sondaggi elettorali danno tale movimento in crescita, probabilmente ben sopra al 2%. La road map del processo costituente di PaP indica per il 30 settembre la chiusura temporanea della campagna di adesioni, per il 2 ottobre la pubblicazione degli statuti definitivi da sottoporre al voto, per il 6-7 ottobre la scelta dello statuto attraverso voto su piattaforma da parte degli aderenti e infine per il 20-21 ottobre l'assemblea nazionale a Roma. Anche in PaP, però non sono mancate delle defezioni fin dalle prime settimane, come la scelta del Partito Comunista Italiano di Mauro Alboresi e di Sinistra Anticapitalista di Franco Turigliatto, di non partecipare alla fase costituente per mantenere la propria autonomia organizzativa.
Invece Rifondazione Comunista di Maurizio Acerbo, partecipa al percorso, e i vari iscritti al PRC in queste settimane stanno aderendo quindi a PaP, seppur con qualche malumore da parte di alcuni settori interni al partito che temono una perdita di autonomia di Rifondazione.
In seno a Potere al Popolo, intanto, i bene informati parlano di rapporti particolarmente positivi in questa fase fra il nucleo napoletano dell'Ex-Opg e il gruppo di Eurostop di Giorgio Cremaschi. Al punto che qualcuno vocifera che dall'assemblea costituente di PaP potrebbe uscire un "ticket" di portavoce fra lo stesso Cremaschi e Viola Carofalo. Inoltre, che da questo punto di vista, le posizioni euro-critiche di Eurostop, e della Rete dei Comunisti, potrebbero non vedere di buon occhio l'eventuale partecipazione degli altri "compagni di strada" al percorso unitario di De Magistris.
Il quale però, dal canto suo, ha da sempre rapporti particolarmente buoni con l'Ex Opg di Napoli e difficilmente vorrà privarsi della loro collaborazione nell'eventuale candidatura alle Europee.
Il quadro complessivo che emerge guardando al piccolo mondo della sinistra in Italia è insomma a "geometrie variabili" rispetto alle ultime elezioni politiche e (ad oggi) tutto lascia pensare che, almeno alle Europee, i simboli di Liberi e Uguali e di Potere al Popolo potrebbero "saltare un giro", lasciando spazio a nuove formule e inedite. Il tutto in un quadro in cui lo sbarramento elettorale è al 4% (e non al 3% come alle Politiche). Le prossime settimane saranno decisive per comprendere davvero quali saranno gli sviluppi in tal senso.